Ingres a Milano

Ingres. Jean Auguste Dominique Ingres. Napoleone I sul trono imperiale, 1806 (dettaglio). Tecnica: Olio su tela
Napoleone I sul trono imperiale, 1806 (dettaglio). Tecnica: Olio su tela, 260 × 163 cm. Musée de l'Armée, Parigi

Palazzo Reale, Milano

Dal 12 marzo al 23 giugno 2019

Fra poco meno di venti giorni, presso il Palazzo Reale di Milano prenderà il via la mostra Jean Auguste Dominique Ingres e la vita artistica al tempo di Napoleone.

L’esposizione è promossa dal Comune di Milano e prodotta da Palazzo Reale e Civita Mostre e Musei, avvalendosi della collaborazione del Museo Ingres di Montauban. La curatela è stata affidata a Florence Viguier-Dutheil, Conservatrice del Patrimonio e Direttrice del Musée Ingres di Montauban.

È la prima mostra di grande portata dedicata a Dominique Ingres (1780-1867) in Italia. Vi saranno infatti esposte centocinquanta opere dell’autore, tra disegni e dipinti. Si tratta di un evento che ha portato alla collaborazione di diverse istituzioni museali di livello internazionale.

Alcune opere giungono infatti dal Metropolitan di New York, altre dal Victoria and Albert Museum di Londra, dal Louvre di Parigi, dal Muséè d’Orsay, dalla Pinacoteca di Brera a Milano e da numerose collezioni private.

Ingres, tra Neoclassicismo e Romanticismo

Dominique Ingres, direttore dell’Accademia di Francia a Roma dal 1834 al 1841, si reca in Italia per la prima volta nel 1806 dopo aver vinto il Prix de Rome. Doveva rimanervi per soli quattro anni, invece prolungherà il suo soggiorno fino al 1820, per poi trasferirsi a Firenze e condividere lo studio con l’amico Lorenzo Bartolini (1777-1850) fino al 1824.

Ma ancor prima, nel 1780, la città di Montauban, in Francia, aveva dato i natali al pittore. A soli 17 anni è già nello studio parigino di Jacques-Louis David (1748-1825), dividendosi tra le spinte davidiane neoclassiche e i nuovi fermenti romantici promulgati in special modo da Eugène Delacroix (1798-1863).

Ai vent’anni di Dominique Ingres risale una delle sue opere più famose della fase giovanile, l’Accademia di nudo maschile, un esercizio di anatomia che ripropone senza alcun dubbio i modelli della statuaria prassitelica. Il Neoclassicismo di Ingres, puro, sensazionale e perfetto ha come apice l’Apoteosi di Omero, conservata al Louvre e datata al 1827.

Ma l’essenza del passaggio dal classicismo al Romanticismo nella sua fase intermedia, quella in cui modelli antichi e cultura del sublime si fondono è Il sogno di Ossian, eseguita nel 1813 per la stanza di Napoleone nel Palazzo del Quirinale.

Ingres. Jean Auguste Dominique Ingres. Il Sogno di Ossian, 1813. Tecnica: Olio su tela, 348 x 275 cm, Montauban, Musée Ingres
Jean Auguste Dominique Ingres. Il Sogno di Ossian, 1813. Tecnica: Olio su tela, 348 x 275 cm, Montauban, Musée Ingres

Originariamente era un ovale, poi modificato, e tra l’altro mai inserito nella stanza del Quirinale. Il soggetto è tratto dai Canti di Ossian (1760) testo di James Macpherson, amatissimo da Napoleone.

Qui, Dominique Ingres riesce alla perfezione a rendere la consistenza, o meglio, l’inconsistenza delle figure oniriche che nascono dal sogno del bardo Ossian. Presenze diafane, di un bianco trasparente, opalino, come luci nella notte oscura.

Dunque, tra perturbante romantico e perfezione classica, Ingres ci conduce nel suo percorso artistico complesso ed articolato, proprio come lo ha voluto presentare la mostra di Milano.

Jean Auguste Dominique Ingres e la vita artistica al tempo di Napoleone

Il percorso espositivo della Mostra di Dominique Ingres al Palazzo reale di Milano si apre con la presentazione della situazione politica della Parigi della Rivoluzione Francese, quella in cui David era protagonista della scena artistica insieme ai suoi allievi, tra cui Ingres.

Un’arte di propaganda, che si proponeva come esaltazione di valori trasmessi dalla cultura classica ed imperiale. Ma in qualche modo, Dominique Ingres rappresenta un passaggio ulteriore rispetto a questa iniziale situazione stilistica e tematica.
Perché fa già parte di quel preromanticismo che oltre ad esaltare i valori della storia e della patria, esalta anche l’individuo, l’interiorità, il sogno, il sentimento.

Il Sogno di Ossian incarna proprio questo cambiamento, già iniziato da artisti come Luois Girodet (1767-1824). Ma grande importanza all’interno della mostra viene data anche all’evoluzione dell’idea di ritratto, di cui Ingres è un grandissimo interprete.

La mostra prosegue poi con l’intreccio dell’artista con le vicende artistiche italiane e con la sua devozione verso Raffaello. Ma non manca l’analisi del rapporto con artisti italiani a lui contemporanei come Antonio Canova (1757-1822) e Lorenzo Bartolini.

Infine, compaiono le sue opere più sorprendenti, le Veneri e Le odalische e le sue Bagnanti anticipatrici di una modernità senza precedenti, anzi simbolo di una rivoluzione appartenente ad un autore che è stato definito nel comunicato stampa della mostra “inclassificabile”.

«Realista e manierista al contempo, egli affascina tanto per le sue esagerazioni espressive quanto per il suo gusto del vero».

ORARI

Lunedì: 14.30 -19.30; martedì, mercoledì, venerdì e domenica: 9.30 – 19.30

giovedì e sabato: 9.30 – 22.30. La biglietteria chiude un’ora prima

BIGLIETTI (COMPRENSIVI DI AUDIO GUIDA)

Open 16€

Intero 14€

Ridotto semplice 12€: per gruppi di almeno 15 persone, visitatori fino ai 26 anni, visitatori oltre i 65 anni, insegnanti, disabili, militari, forze dell’ordine non in servizio, tesserati FAI e Touring Club, possessori dei biglietti aderenti all’iniziativa “Lunedì Musei” (Museo Poldi Pezzoli e Museo Teatrale alla Scala), e titolari di apposite convenzioni

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