Sommario
Museo del Novecento, Milano
Mart – Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, Rovereto
Dal 21 settembre 2018 al 24 febbraio 2019
Margherita Sarfatti
Un duplice progetto espositivo dedicato alla figura di Margherita Sarfatti (1880-1961) inizierà tra pochi giorni, dividendosi tra Milano e Rovereto. Due grandi musei consacrati all’arte del Novecento vedranno come protagonista la donna scrittrice, critica d’arte e fortissima personalità della cultura degli anni Venti.
Amante di Mussolini, aveva comunque, indipendentemente da lui, creato uno dei salotti più vivi e frequentati della Milano degli anni Dieci. Il salotto sarfattiano di Corso Venezia, 93 accoglieva diverse personalità: Massimo Bontempelli, Ada Negri, i futuristi, ma anche gli artisti che già prima che finisse la guerra erano propensi a staccarsi dall’Avanguardia per indirizzarsi verso un classicismo anticipatore del vero e proprio ritorno all’ordine.
Novecento
Sarà nel 1923, proprio grazie all’intervento di Sarfatti, che i Sette pittori del Novecento esporranno alla Galleria Pesaro, offrendo un contraltare ai “Valori Plastici” di Roma. Sironi, Funi, Martini, Dudreville, Oppi, Marussig e Bucci, frequentatori del suo salotto, espongono a Milano con l’intento di ritornare ad un classicismo declinato alla maniera moderna. È qui che parte la storia del gruppo Novecento, che coinvolge poi in modo più ampio e a livello nazionale moltissimi artisti.
L’intento artistico di Margherita Sarfatti si intreccia poi con quello politico nelle due famose mostre di Novecento. La prima, del 1926 al Palazzo della Permanente a Milano era proprio intenzionata a far diventare la sua arte, un’arte di regime. Ma non avrà mai questo appoggio esplicito da Mussolini che anzi dichiarerà «è lungi da me l’idea di incoraggiare qualche cosa che possa assomigliare all’arte di Stato»[1]. Per Sarfatti sarà un vero colpo questo, anche se otterrà un’intera sala per Novecento alla Biennale del 1924.
Ma già all’alba della II Mostra di Novecento a Milano, nel 1929, il gruppo animato dalla critica sembra sovrastato da altri sviluppi e novità che si profilano nell’orizzonte dell’arte italiana degli anni Trenta.
Seppur fondamentale nella promozione degli artisti italiani all’estero, piano piano la figura di Sarfatti si affievolisce fino poi ad essere costretta all’esilio dopo le leggi razziali del 1938. Rimane però una figura fondamentale per il ritorno all’ordine e per la crescita di artisti come, oltre quelli già citati, Malerba, Sironi, Wildt, Severini, Morandi.
Una mostra tra Milano e Rovereto
Proprio per l’importanza del ruolo di critica e promotrice dell’arte italiana nel mondo, a Sarfatti sono dedicate queste due belle mostre. Nel Museo del Novecento a Milano, a cura di Anna Maria Montaldo e Danka Giacon, si snoda un percorso attraverso Sarfatti donna e critica, dal titolo Sogni, colori e luci a Milano.
Documenti, foto, lettere, vestiti, filmati, mobili accompagnano le opere realizzate dagli artisti che l’hanno frequentata. Una completa immersione negli anni Dieci e Venti permette al visitatore di comprendere a pieno la figura della donna nella sua vita pubblica e privata.
L’esposizione realizzata a Rovereto, dal titolo Il Novecento italiano nel mondo, è invece a cura di i Daniela Ferrari e di Ilaria Cimonetti. Un grande lavoro è stato fatto dai ricercatori dell’Archivio del Novecento del Mart, in cui si trova anche il Fondo Sarfatti. A Rovereto si mette in evidenza soprattutto il ruolo che la critica ha avuto nel promuovere l’arte italiana all’estero.
Il grande lavoro fatto in America e in Europa viene documentato anche qui attraverso foto, testi, libri d’epoca. Il tutto, sempre accompagnato da opere di Funi, Marussig, Boccioni, Bucci, Carrà, Wildt, Casorati, De Chirico e molti altri protagonisti di quella fiorente fase del “classicismo moderno” italiano.
[1] Cfr. Fabio Benzi, Arte in Italia tra le due guerre, Bollati Boringhieri, Torino 2013, p. 83