Omaggio a Umberto Moggioli

Umberto Moggioli a Ca’ Pesaro. Umberto Moggioli. Sera a Mazzorbo, 1913. Tecnica: Olio su tela, 184,4 x 119,2 cm.
Sera a Mazzorbo, 1913. Tecnica: Olio su tela, 184,4 x 119,2 cm. Mart, Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto

Venezia, Ca’ Pesaro, Fondazione Bevilacqua La Masa

Fino al 1 marzo 2020

Venezia sta attraversando un brutto momento a causa delle frequenti ondate di acqua alta che hanno invaso anche musei e fondazioni. È il caso della Fondazione Bevilacqua La Masa, che ha programmato una mostra celebrativa di Umberto Moggioli (1886-1919), a cento anni dalla sua scomparsa, ma ha rimandato la sua apertura dal 15 novembre a data da definirsi, proprio a causa delle maree.

CA’ PESARO 1919. Omaggio a Umberto Moggioli è una mostra da visitare, perché ripercorre, attraverso una selezionatissima scelta di opere, la vita di questo artista nato a Trento ma formatosi a Venezia con Guglielmo Ciardi (1842-1917).

Le venti opere esposte, oli, disegni, bozzetti e acqueforti, illustrano il percorso artistico di questo pittore modernissimo, che parte dal luminoso naturalismo veneto di tradizione ottocentesca, per approdare ad una pittura moderna, secessionista, ricca di riferimenti simbolici e mistici.

Dopo la formazione e i fondamentali soggiorni a Roma e ad Assisi, Umberto Moggioli si stabilisce a Burano, che diventa l’isola del suo cuore. Espone alle Biennali ma anche alla Secessione di Ca’ Pesaro, su invito di Nino Barbantini.

Il naturalismo si unisce alla tecnica divisionista e ad una visione lirica ed emotiva del paesaggio lagunare, descritto attraverso poetici accostamenti cromatici e guizzi luministici. Al centro, vi è sempre il filtro emotivo dell’autore, che riesce a dare un’interpretazione della natura veneziana e buranese attraverso l’uso di toni accesi ed espressivi.

Alle Secessioni capesarine compaiono dipinti quali Ponte verde, Paesaggio in sole, Isola del silenzio, Burano e Cipresso gemello, opere presenti anche nella mostra odierna. In queste tele si nota l’influenza jugendstil e il contatto con altri artisti di Burano come Gino Rossi (1884-1947), egualmente affezionati all’isola di Burano.

Poco dopo, l’artista si trasferisce a Roma e soggiorna a Villa Strohl-Fern, dove si avvicina ad artisti come Ferruccio Ferrazzi (1891-1978) di cui subisce immediatamente la geniale influenza, anticipando in qualche modo quel ritorno all’ordine degli anni Venti, pur non potendolo vivere realmente, colto da morte prematura 1919 a Roma, a causa dell’epidemia di influenza spagnola.

Ca’ Pesaro 1919. Omaggio a Umberto Moggioli

La mostra presso la Fondazione, a cura di Gabriella Belli ed Elisabetta Barisoni con la collaborazione di Mauro Zazzeron, propone opere che di solito non sono visibili, proprio per svelare un lato poco conosciuto di Umberto Moggioli.

Le protagoniste dell’esposizione sono senza dubbio Venezia e Burano, con i loro colori e le loro storie di inizio Novecento. I bellissimi e curati orti di Burano, isola quasi esotica agli occhi degli artisti, per il suo carattere solitario, primitivo e crepuscolare, si offrono allo sguardo del pubblico, che sarà ammaliato dal linguaggio mistico di Moggioli.

In particolare, si sottolinea l’importanza di Sera di primavera, quadro amato da Barbantini ed esposto dall’artista alla Biennale del 1914. L campiture cromatiche bidimensionali, retaggio della cultura liberty e decorativa, si inseriscono nei vespertini ed emozionanti paesaggi dell’autore, che raccontano una Burano solitaria e preziosa.

Dunque, la Secessione capesarina viene ricordata, in questa esposizione celebrativa, dalla figura particolare di Umberto Moggioli, artista morto giovanissimo, a soli trentatré anni, ma agile e avanguardistico innovatore del paesaggio veneto di inizio Novecento.

ORARI:

10.30 – 16.30

BIGLIETTI:

intero € 14, ridotto € 11,50. Gratuito Residenti e nati nel Comune di Venezia; bambini da 0 a 5 anni; persone con disabilità e accompagnatore

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