Giovanni Battista Crosato

Giovanni Battista Crosato. Scena di Festa. Tecnica: Olio su tela
Scena di Festa. Tecnica: Olio su tela

Biografia

Giovanni Battista Crosato (Treviso, 1697 – Venezia, 1758) si trasferisce a Venezia ancora molto piccolo, per iniziare la formazione pittorica. Sono molto scarse le notizie che hanno premesso di ricostruire in maniera esatta la sua prima parte di vita e di carriera, ma è certo che le prime opere risalgano alla fine degli anni Venti.

Proprio in questo periodo, Giovanni Battista Crosato compie un viaggio di studio in Emilia, dove ha modo di studiare il linguaggio di Giuseppe Maria Crespi (1665-1747), di avvicinarsi alla natura morta, alla scena di genere di stampo naturalistico e ad un’accezione ironica e caricaturale della figura.

Si fa interprete di un cromatismo acceso e di un luminismo caldo ed accurato che assimila allo stile della grande decorazione pittorica veneziana di Sebastiano Ricci (1659-1734) e di Giambattista Tiepolo (1696-1770).

Quella spazialità ariosa e piena di luce, i cieli chiarissimi e le scene leggiadre ed evanescenti, dai colori pastello con modulazioni morbide ed aggraziate, si inseriscono in effetti scenografici tipici del quadraturismo, che Crosato unisce alla dimensione narrativa desunta dalla pittura bolognese e concentrata soprattutto su scene mitologiche.

Tra Torino e Venezia

Tra il 1730 e il 1735, Giovanni Battista Crosato è documentato a Torino, dove lavora al servizio dei Savoia. Nel 1732 si occupa della decorazione ad affresco della Palazzina di Caccia di Stupinigi, in cui già si svela la sapiente gestione del realismo mordace delle figure che si inseriscono in un ampio contesto luminoso dalla teatrale spazialità.

Lavora poi anche nel Palazzo Reale di Torino e nella villa della regina, prima di rientrare a Venezia nel 1736. Da questo momento in poi, diventa uno dei decoratori più richiesti in area veneta, chiamato a lavorare tanto ad opere sacre per numerose chiese, quanto a cicli mitologici e storici in diverse ville di città e di campagna.

Nel 1740, il pittore è di nuovo a Torino in qualità di scenografo del Teatro Regio, attività che si coniuga alla perfezione con quella di quadraturista e frescante. Brani paesaggistici e sfondi architettonici compaiono, infatti, nelle decorazioni pittoriche proprio in accordo con i fondali prospettici delle scenografie teatrali, che realizza fino al 1746.

Tra gli anni Quaranta e Cinquanta si collocano le decorazioni più importanti di Giovanni Battista Crosato eseguite nelle ville e nelle chiese venete, come villa Pisani a Strà, villa Marcello a Levada e soprattutto Ca’ Rezzonico a Venezia. Il pittore lavora instancabilmente fino agli ultimi anni, ricevendo la nomina a membro dell’Accademia di Venezia nel 1756. Muore nella stessa città nel 1758, a sessantuno anni.

Giovanni Battista Crosato: le grandi decorazioni ad affresco, tra fondali luminosi e narrazioni teatrali

Sin da subito, nella produzione decorativa di Giovanni Battista Crosato si nota una decisa visione spaziale che deriva dalle suggestioni Rococò, ma che si nutre della narrazione giocosa ed emozionale della pittura bolognese di Crespi, in particolare degli affreschi di Palazzo Pepoli.

Nella Palazzina di Caccia di Stupinigi, il pittore esegue un maestoso Sacrificio di Ifigenia nel 1733, affresco che segna l’inizio della sua fiorente carriera e che pone le basi di un linguaggio unico, che unisce una leggiadra cromia all’espressività teatrale dei personaggi, come si nota anche dall’affresco con Apollo e il pitone e Le allegorie delle stagioni nella sala degli Scudieri.

I fondali luminosi e architettonici accompagnano le azioni dei personaggi, in una narrazione favolistica e naturalistica del mito classico, che si legge anche nelle decorazioni del Palazzo Reale di Torino: Venere nell’officina di Vulcano compare in una tela a copertura del camino nell’appartamento della regina, mentre lo splendido ciclo con le Metamorfosi di Ovidio è impresso sui pannelli dello zoccolo dell’Appartamento d’Inverno, ora conservato a Palazzo Madama.

Scene mitologiche, storiche e sacre

Rientrato a Venezia, la speciale leggerezza cromatica e la sapienza compositiva e narrativa di Giovanni Battista Crosato si applicano agli affreschi per una saletta del piano nobile di Ca’ Pesaro, con l’Allegoria delle quattro parti del mondo. Negli stessi anni Trenta, lavora alla decorazione di Villa Torni a Magliano Veneto, prima di rientrare a Torino.

Nel decennio successivo si possono collocare alcune opere mitologiche, storiche e sacre, come le Scene della vita di San Francesco di Sales nella chiesa della Visitazione a Pinerolo, e le Storie della vita di Cristo e della Vergine nella chiesa della Consolata a Torino.

Di nuovo a Venezia, tra gli anni Quaranta e Cinquanta lavora alle sue decorazioni più significative: il soffitto della Stanza dei Paesaggi nella Villa Pisani a Strà, l’esecuzione delle Storie dell’Iliade nella Villa Algarotti a Mestre, i finti affreschi con gli Episodi della vita di Alessandro nel salone di Villa Marcello a Levada, vicino Padova.

Fino agli anni della maturità, sia nella narrazione mitologica che in quella biblica, Giovanni Battista Crosato continua ad adottare quella estrema sensibilità ironica e giocosa che riesce a rendere leggeri anche i temi più complessi, portando a compimento il matrimonio tra il naturalismo tipico della scena di genere e l’ariosa ampiezza raffinata Rococò.

Tra le ultime decorazioni vi quella della sala da ballo in Ca’ Rezzonico a Venezia. Realizza le Scene mitologiche sulle pareti e l’Allegoria delle quattro parti del mondo sul soffitto, portando alle estreme conseguenze la sua consueta luminosità, l’effetto teatrale e lo scenografico cielo chiarissimo, inondato di luce.

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