Raul Viviani

Raul Viviani. San Michele di Pagana | Olio su Compensato, 70 x 70 cm. Firma in basso a sinistra
San Michele di Pagana. Olio su Compensato

Biografia

Raul Viviani (Firenze, 1883 – Rapallo, 1965) si trasferisce da piccolo con la famiglia a Milano. Ancora molto giovane, nel 1898, si iscrive all’Accademia di Brera, dove studia sotto la guida di Giuseppe Mentessi (1857-1931). Contemporaneamente frequenta la scuola di nudo della Famiglia Artistica.

Nel 1900, a diciassette anni, esordisce a Milano proprio alla mostra della Famiglia Artistica. Si afferma come pittore di paesaggio dalla forte personalità e modernità, suscitando subito le lodi della critica. I suoi dipinti originalissimi, dalle forti sperimentazioni cromatiche  attraggono la curiosità di Vittore Grubicy de Dragon (1851-1920).

Nel 1902 Raul Viviani viene nominato segretario della Famiglia Artistica e si avvicina ai rappresentanti del Divisionismo, senza però mai diventarne anch’esso protagonista.

Stringe amicizia con Emilio Longoni (1859-1932) e Gaetano Previati (1852-1920), tra gli altri. Viene ampiamente apprezzato da diverse personalità culturali del tempo, come Arturo Toscanini e Clemente Pugliese Levi, entrambi suoi collezionisti.

Il favore della critica

Nel 1912 partecipa alla Biennale di Venezia, attirando soprattutto l’attenzione di Camillo Boito che ne loda l’indipendenza artistica e le notevoli sperimentazioni tecniche. Sarà proprio lui, infatti, a proporre la sua nomina ad Accademico d’onore di Brera.

Il successo aumenta sempre di più e Raul Viviani partecipa alle più importanti rassegne nazionali ed internazionali. Espone a Roma, Torino, Napoli, Monaco di Baviera, Parigi, Bruxelles, Buenos Aires, San Paolo.

Dal 1914 al 1922 ricopre la carica di commissario artistico del comune di Milano. Accanto ai diversi impegni istituzionali c’è sempre l’attività pittorica che porta Raul Viviani ad essere apprezzato anche da Ugo Ojetti e Margherita Sarfatti.

Dal 1926 l’artista stesso inizia la sua attività nel campo della critica, scrivendo su “Roma” e “Mezzogiorno”, per poi divenire direttore del “Giornale dell’Arte” nel 1929. La sua opposizione al fascismo gli procura una serie di attacchi che lo spingono a scegliere l’esilio volontario. Infatti, nel 1931, viene chiamato dal presidente dell’Uruguay a fondare e dirigere l’Accademia di Belle Arti di Montevideo.

Nel 1937 Raul Viviani rientra a Milano continuando la sua attività di pittore, ma soprattutto di critico. Presso il Centro d’Arte San Babila di Milano, nel 1952, gli viene dedicata una personale per celebrare i cinquant’anni di carriera artistica. In questo periodo, si trasferisce a Rapallo per motivi di salute. Qui continua a dipingere intensi paesaggi liguri fino alla morte, sopraggiunta nel 1965.

Raul Viviani, originalissimo paesaggista

Raul Viviani esordisce alla rassegna della Famiglia Artistica del 1900, con una serie di paesaggi dalla notazione fortemente personale che procurano la curiosità della critica.

Alla mostra Nazionale di Belle Arti di Milano del 1906 espone l’acclamato dipinto Nasce la Luna. L’intima composizione notturna, originale e innovativa nella tecnica attira le lodi di Ettore Tito (1859-1941) e di Vittorio Pica.

Nel 1912 partecipa alla Biennale di Venezia con Parabola del giorno, Poesia e Sinfonia autunnale, dipinti che gli valgono la completa affermazione pubblica. Sembrano avvicinarsi nettamente alla tecnica divisionista, pervasa però da un sentimento di intima poesia e da un’atmosfera di sospensione temporale.

Parallelamente però, Raul Viviani sviluppa un modo pittorico tutto personale, facendo uscire direttamente dal tubetto esili fili di colore che vanno a comporre paesaggi vibranti e pulviscolari. Ne è un esempio Il villaggio s’addormenta che però non riesce ad esporre per le sue enormi dimensioni.

Alla Quadriennale di Monaco del 1913 Poesia viene acquistato da un importante collezionista, come avviene per molte altre sue opere. Di grande ispirazione per Raul Viviani sono anche i paesaggi veneziani che emergono soprattutto da tre dipinti presentati all’Esposizione della federazione Artistica Lombarda, Sobborgo veneziano, La casa dei pescatori e Sera d’agosto.

L’artista in questi anni non si dedica solamente alla pittura ad olio ma anche all’incisione (acquaforte e litografia) e all’acquarello. Ancora una volta, il paesaggio di Venezia è protagonista dell’acquarello che presenta all’Esposizione annuale della Società degli Acquarellisti Lombardi, Armonia lagunare.

Nel 1922 alla Galleria Pesaro Raul Viviani partecipa ad una collettiva insieme al pittore Ugo Bernasconi (1874-1960) e allo scultore Vitaliano Marchini (1888-1971). Vi presenta una serie di cinquantacinque opere tra acquarelli e oli tra cui Madreperla veneziana, Sinfonia, Campagna milanese, Ricordo di Burano, Piazza fontana a Milano, Mestizia, Vecchio canale.

Paesaggi di mare di Rapallo e Portofino: dal Paraguay alla Liguria

Dal 1931 al 1937 Raul Viviani si trasferisce in Paraguay continuando comunque la sua attività pittorica. Quando torna in Italia prende parte a numerose esposizioni pubbliche.

La nuova fase è rappresentata da una serie di paesaggi ispirati alla Liguria, dove si trasferisce negli anni Cinquanta. Rapallo e le città costiere liguri divengono protagoniste di opere come Sulla spiaggia, Villa Porticciolo a Rapallo, Scorcio di città, San Michele di Pagana, Portofino.

Questi paesaggi, quasi sempre privi di figure, risultano assolutamente calmi nella loro atmosfera rarefatta e dal cromatismo originalissimo. I piccolissimi filamenti di colore dalla forma di sottili virgole costruiscono sapientemente la terra, il mare, il cielo, gli alberi.

Altri dipinti appaiono invece composti da una pennellata ampia e sommaria, lontana dall’originale divisionismo di Raul Viviani. Così le nature morte, a cui si dedica negli ultimi anni, risultano cromaticamente accese e costruite con pennellate violente e contrastanti.

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