Annibale Angelini

Annibale Angelini. Il Ponte del Soldino, 1869. Tecnica: Olio su tela, 99 x 136 cm
Il Ponte del Soldino, 1869. Tecnica: Olio su tela, 99 x 136 cm

Biografia

Annibale Angelini (Perugia, 1812 – 1884) compie la prima formazione presso l’Accademia locale, dove è allievo del pittore purista Tommaso Minardi (1787-1871). In seguito, si trasferisce a Roma per studiare all’Accademia di San Luca e poi a Firenze e a Milano, dove ha come maestro lo scenografo, architetto e pittore Alessandro Sanquirico.

Ben preso, si specializza nella pittura murale, chiamato a decorare numerose dimore italiane. Si occupa della decorazione del soffitto del salone di Palazzo Doria a Roma, della Galleria del Palazzo Reale di Torino, di diverse sale dei palazzi Torlonia, Lancellotti e Chigi e, soprattutto, del Teatro di Orvieto, in cui lavora insieme a Cesare Fracassini.

Tra la decorazione, la scenografia e il restauro

Eccellente pittore prospettico e quadraturista, Annibale Angelini nel corso degli anni Sessanta dell’Ottocento, affresca anche diversi palazzi perugini, come Palazzo Angelini, di sua proprietà, adottando una serie di modelli decorativi cinquecenteschi.

Abile restauratore, è stato sinceramente ammirato da Papa Pio IX, che lo ha designato per il restauro della Cappella Paolina, dove Angelini realizzerà anche l’affresco della controfacciata, tra il 1855 e il 1856. Inoltre, sarà impegnato nel restauro degli affreschi di Raffaello nella Cappella Chigi in Santa Maria del Popolo e in quello degli affreschi del Baciccio in Sant’Agnese in Agone.

È anche conosciuto come scenografo teatrale, ancora profondamente legato ad un impianto neoclassico ed accademico della decorazione, come si nota dalla sua attività di insegnante di Prospettiva teatrale all’Accademia di San Luca, a partire dal 1851.

A questo proposito, all’inizio degli anni Sessanta, il pittore perugino dà alle stampe un Trattato teorico pratico in due volumi dedicato alla geometria applicata all’arte, alla prospettiva regolare e all’ottica delle luci nella scena teatrale.

L’attività pittorica

Come pittore da cavalletto, Annibale Angelini, in età giovanile, si dedica soprattutto a dipinti di storia di carattere celebrativo, In realtà la sua produzione pittorica è anche particolarmente ricca di studi d’interni.

Ma la pittura da cavalletto di Annibale Angelini si contraddistingue anche per le numerose vedute prospettiche di stampo classico, ancora praticamente immune alla ventata verista che si stava diffondendo proprio tra gli anni Cinquanta e Sessanta.

Con le sue tele partecipa a diverse esposizioni italiane, tra cui le Promotrici di Genova e la Nazionale di Torino del 1880. Muore a Perugia nel 1884, a settantadue anni.

Annibale Angelini: tra neoclassicismo e purismo, l’importanza della prospettiva

In fase giovanile, la produzione su cavalletto di Annibale Angelini si concentra prevalentemente sulla pittura di storia, come si può riscontrare dal Ritorno di Amedeo VI dall’Oriente e dall’Ezzelino da Romano, entrambi commissionati dal re Carlo Alberto.

Nel 1863, in occasione della ristrutturazione del Duomo di Perugia e con il desiderio di essere scelto come direttore dei lavori, l’autore realizza una scenografica e maestosa tela che raffigura l’Interno del Duomo di Perugia, donandogli un aspetto puramente trecentesco, senza considerare la reale decorazione del soffitto realizzata nel Settecento.
Una luce imponente e diffusa pervade la veduta d’interni e colpisce anche le piccole figure che camminano nel Duomo.

Nel 1879, presso l’Accademia di Belle Arti di Perugia, il pittore espone l’Interno della cupola di San Pietro vista da sopra, l’interno della cupola di San Pietro vista da sotto e l’Interno della basilica di San Pietro, opere che gli fanno ottenere la medaglia d’oro del Ministero della Pubblica Istruzione e che verranno poi di nuovo mostrate all’Esposizione Nazionale di Torino del 1880.

Per quanto riguarda il paesaggio e la veduta, Alla Promotrice di Genova del 1856 espone quattro opere intitolate Paese e a quella del 1863 la serie di vedute Meriggio. Bosco di Villa Doria, Nevicata nel contorno Vallese, Neve e Tramonto. Contorno di Tivoli.

Al 1869 risale l’ariosa e luminosa veduta inedita Il ponte del Soldino, esemplare dipinto che riflette a pieno l’attività di Annibale Angelini come uno degli ultimi e più importanti teorici della prospettiva.

La tela è una rara testimonianza della Roma papalina poco prima della breccia di Porta Pia e dell’annessione della città al Regno d’Italia e, soprattutto, rappresenta un ponte che non esiste più, andato distrutto in epoca fascista.

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