Pietro Annigoni: quotazioni, vita e opere del pittore

Pietro Annigoni. Paesaggio - Tecnica: Litografia
Paesaggio. Tecnica: Litografia

Quotazioni e valutazioni Pietro Annigoni 

Tipologia opere Periodo Quotazione
Dipinti: olio su tela e tavola/tempera su tavola/olio su cartone anni Trenta e Quaranta da 10.000 a 20.000 euro
Ritratti di importanti personalità di grande perizia e valore  Maturità (anni Cinquanta e Sessanta) dagli 8.000 euro ai 20.000 euro e oltre
Paesaggi, meno ricercati dagli anni Quaranta alla maturità 1.500 e i 3.000 euro
Disegni e tecniche miste  dagli anni Quaranta alla maturità dai 200 euro ai 1.000 euro e oltre a seconda del periodo

I ritratti di Pietro Annigoni di grande perizia eseguiti negli anni Cinquanta e Sessanta partono mediamente dagli 8.000 euro e possono raggiungere e superare anche i 20.000 euro. I dipinti dei primi decenni hanno stime tra i 10.000 e i 20.000 euro in media. Meno i ricercati paesaggi stimati in media tra i 1.500 e i 3.000 euro.

I disegni e le tecniche miste di Pietro Annigoni sono quotate in media dai 200 ai 1.000 euro. I dipinti hanno stime tra i 1.000 e i 5.000 euro in media. I ritratti di grande perizia designati degli anni Cinquanta superano queste cifre. Meno i ricercati paesaggi stimati in media tra i 1.500 e i .3000 euro.

Questi valori sono solo indicativi poiché possono essere influenzati da numerosi fattori: il periodo, la dimensione, la qualità, lo stile, la tecnica, il soggetto raffigurato o il supporto utilizzato. Si raccomanda di contattare i nostri esperti per ricevere gratuitamente una valutazione aggiornata della vostra opera d’arte.

Sei al corrente delle quotazioni delle sue opere?

I nostri consulenti d’arte stimeranno una valutazione gratuita della tua opera di Pietro Annigoni anche in meno di 24 ore. Consultaci sia posizionando le foto dell’opera con le rispettive misure, della firma ed anche del retro nel form sottostante, oppure utilizza i contatti in alto.
Acquistiamo i suoi dipinti.

Biografia di Pietro Annigoni, vita e storia del pittore

Pietro Annigoni (Milano, 1910 – Firenze, 1988) compie una formazione classica a Milano, dove già molto giovane si interessa al disegno. Nel 1925 si trasferisce con la famiglia a Firenze, dove frequenta il Collegio dei Padri Scolopi.

Terminata questa prima fase della formazione, nel 1927 i genitori lo iscrivono alla Scuola Libera del Nudo presso l’Accademia di Belle Arti. Ha come insegnanti Felice Carena (1879-1966) e Giuseppe Graziosi (1879-1942), ma Annigoni, per sua stessa definizione, sarà sempre un artista al di fuori delle correnti, sostanzialmente indipendente.

Milano è la sua città di nascita, ma Firenze la sua città d’adozione, dove vive per moltissimi anni, entrando in contatto con diverse personalità della cultura del tempo.
Nel 1932 viene allestita la sua prima personale che vede protagonista il paesaggio tanto quanto la figura. In ogni caso, Pietro Annigoni stesso, nel corso degli anni, affermerà che il paesaggio è stata sempre la sua più grande espressione.

La conoscenza delle tecniche: i disegni e le litografie di Pietro Annigoni

Come accennato, è un artista fiorentino d’adozione: come i grandi maestri del Rinascimento è uno studioso delle tecniche pittoriche. Usa il carboncino, tanto quanto l’olio, il pastello, la sanguigna e proprio come un moderno Raffaello la sfuma con i polpastrelli.

Si produce da solo la tempera grassa, seguendo la ricetta descritta da Cennino Cennini. Un grande studioso della tecnica, dunque, e del colore, un artista instancabile, che ha dato vita ad una vasta e variegata produzione. Guarda alla cultura figurativa classica, quella del Cinque, Sei e Settecento, traducendola nel linguaggio contemporaneo. Profondo conoscitore dell’incisione, si specializza nella litografia, che utilizza soprattutto nella sua ultima parte di carriera.

I Pittori Moderni della Realtà

Pittore profondamente legato al realismo, nel 1947 firma il manifesto dei Pittori Moderni della Realtà insieme a Gregorio Sciltian (1900-1985) e ai fratelli Xavier (1915-1979) e Antonio Bueno (1918-1984). Il gruppo durerà soltanto un paio d’anni, ma riceverà l’approvazione e l’appoggio di Giorgio De Chirico (1888-1978).

Attraversa comunque diverse fasi, quella legata alla composizione sacra, quella del ritratto, quella del paesaggio, trattato con intensità e mistero. La questione del ritratto è fondamentale per l’artista: quando comincia ad esporre all’estero, in particolare a Londra, esegue nel 1955 un Ritratto di Elisabetta II.
Da questo momento in poi, Pietro Annigoni diventa un ritrattista apprezzatissimo: poseranno per lui grandi personaggi del Novecento, ma anche l’umile popolo fiorentino.

Viene chiamato a realizzare importanti cicli decorativi tra gli anni Sessanta e Ottanta e nel frattempo si dedica anche a dipinti che mettono in scena la solitudine umana. Dipinge e insegna pittura fino agli ultimi anni della sua vita, con quella esuberanza che lo ha sempre contraddistinto. Muore a Firenze nel 1888.

Pietro Annigoni, erede della sapienza dei maestri antichi

Sin da subito i genitori di Pietro Annigoni si accorgono della sua precoce propensione verso il disegno. È per questo che con il trasferimento a Firenze lo affidano alle cure dell’Accademia e soprattutto lo fanno rimanere lì anche dopo il loro rientro a Milano.

Il suo destino nel mondo dell’arte è troppo evidente per essere ignorato. Già molto giovane è conosciutissimo in ambiente fiorentino. Sin dai primi anni si esprime con grande vigore nei paesaggi realizzati a guaches durante i suoi numerosi viaggi in Europa, in Africa, in America.

La natura occupa un posto d’eccezione, sembra avere un’anima tanto quanto le sporadiche figure che la popolano. Ma è proprio in questi anni che realizza una delle sue opere più importanti della prima fase. Proprio perché è un grande studioso della tecnica, è abilissimo anche nell’affresco: realizza una Deposizione con Adamo ed Eva, Caino e Abele e Santi nel Convento di San Marco a Firenze.

Sin dalla fine degli anni Quaranta, inizia ad esporre in Inghilterra: alla Royal Academy di Londra, nel 1950 presenta una serie di paesaggi e ritratti. La realtà, che mette al centro la moralità umana, è sempre presente, senza cedere ad astrattismi o dimensioni altre. È in questo contesto che anima il gruppo dei Pittori Moderni della Realtà.

I ritratti di Pietro Annigoni: il  “pittore delle regine”

Proprio a Londra, nel 1955 Pietro Annigoni esegue il Ritratto della Regina Elisabetta II. Per la grande intensità del ritratto, per la maestria nel rendere evidente la nobiltà del portamento, ma anche la carica interiore, l’artista verrà chiamato più volte a svolgere il ruolo di ritrattista.

E verrà chiamato “pittore delle regine” perché gran parte della sua notorietà internazionale è dovuta proprio alla rappresentazione di grandi esponenti dell’aristocrazia europea. Ne sono esempio il Duca di Edimburgo, la Principessa Elena Corsini, la Principessa Margaret, John Fitzgerald Kennedy, Papa Giovanni XXIII, Stefania von Kories, Alcide De Gasperi.

Il “Times” dedica ben sette copertine ai ritratti di Pietro Annigoni e l’ultimo che realizza è quello di Rossella Segreto, modella e seconda moglie, sposata nel 1976. Ma saprà ritrarre anche personaggi più umili.

Nel 1946 realizza un Autoritratto di reminiscenza fiamminga, di tre quarti, profondissimo e che trasmette, tramite il suo sguardo rivolto verso di noi, una sorta di “sfida”. Rimane infatti un artista legato alla realtà e alla figura, nonostante in Italia e all’estero si andasse già ormai verso l’Informale.

I cicli di affreschi e le “Solitudini”

Tra il 1958 e il 1980 Pietro Annigoni realizza numerosi cicli di affreschi di carattere sacro. Per la ricostruita Abbazia di Montecassino esegue diversi affreschi dedicati alla vita di San Benedetto. Si occupa poi degli affreschi per la chiesa di San Martino a Castagno d’Andrea, di quelli nel Santuario della Madonna del Buon Consiglio a Ponte Buggianese, e della Basilica di Sant’Antonio a Padova.

Nello stesso periodo, quello che conduce alla maturità dell’artista e ai suoi ultimi anni, Annigoni si occupa di un gruppo di grandi tele dedicate “Le Solitudini”.
Il protagonista è il manichino, spesso inserito in ampie stanze spoglie, simbolo dell’alienazione umana in un’epoca di grandi cambiamenti. Ne sono esempio drammatici dipinti quali Manichini in soffitta, Manichino nello studio, La soffitta del torero.

Scopri le opere di Pietro Annigoni

La quiete (1938)

Cianciarda (1945)

Autoritratto (1946)

Manichino nello studio  (1947)

Ritratto di Salvatore Ferragamo (1949)

Ritratto della Regina Elisabetta II (1955)

Deposizione e Resurrezione di Cristo (1967)

Ciclo delle Solitudini (anni Settanta-Ottanta)

Hai un'opera di Pietro Annigoni: quotazioni, vita e opere del pittore e vuoi venderla?

Risposte anche in 24 ore.

Chiedi una valutazione gratuita, professionale e veloce usando il modulo sottostante, oppure usando i contatti in alto.

Instruzioni: allegare tramite il seguente modulo foto nitide e dettagliate (anche del retro e della firma).

Indicare inoltre nel campo "messaggio" le misure dell'opera.

Non trattiamo stampe e litografie.

    Informazioni di contatto


    Messaggio

    Acconsento al trattamento dei dati personali ai sensi del D.lgs 196/2003.

    © Copyright Berardi Galleria d'Arte S.r.l.