Domenico Bresolin

Domenico Bresolin. Veduta di Firenze dall’Arno e dalle Cascine. Olio su tela, 46 x 63 cm. Firmato e datato sul retro
Veduta di Firenze dall'Arno e dalle Cascine. Tecnica. Olio su tela

Biografia

Domenico Bresolin (Padova, 1813-Venezia, 1890) inizia come decoratore di interni, ma poi si orienta verso la pittura di paesaggio.
Si forma a Venezia e poi a Firenze e divide la sua attività di paesaggista tra queste città e Roma. Nel 1864 diventa insegnante all’Accademia di Venezia con la cattedra di Vedute di paese e di mare.

Il suo modo di insegnare rappresenta una svolta per l’accademia, perché è uno dei primi a far uscire gli allievi dalla classe per portarli a osservare e copiare la natura all’aria aperta.
Tra i suoi studenti si annoverano Guglielmo Ciardi (1842-1917), Giacomo Favretto (1849-1887), Luigi Nono (1850-1918).

L’Accademia: da Venezia a Firenze

A Venezia frequenta l’Accademia, ma estremamente importante per la sua formazione è il trasferimento a Firenze nel 1843. Fondamentale è stato l’insegnamento del pittore di paesaggio Carlo Markò senior (1791-1860) di cui frequenta per un certo periodo la Scuola di pittura da lui aperta proprio in quegli anni.

Dalla fotografia alla tela

Altrettanto importante per Domenico Bresolin è l’incontro e la frequentazione del fotografo e pittore Giacomo Caneva (1813-1865).
Entra in contatto con lui durante il suo soggiorno romano del 1845 e sarà fondamentale per la sua formazione di paesaggista. Non è un caso infatti che Bresolin rappresenti la svolta della pittura di paesaggio ancora in età romantica, poiché è stato uno dei primi a dipingere dal vero e a utilizzare la fotografia come mezzo d’aiuto alla pittura.

Non mancheranno però nemmeno esperimenti che rivelano la conoscenza dei disegni fotogenici di Henry Fox Talbot (1800-1877).
A Roma probabilmente conosce Ippolito Caffi (1809-1866) anche lui indirizzato in quegli anni ad una resa del paesaggio come riflesso della realtà. Sia lui che Domenico Bresolin riescono a rimodulare in chiave moderna il vedutismo di Canaletto, reinterpretandolo anche in ambiente romano e intessendolo di motivi romantici dalla limpida luce trasparente.

I paesaggi di Domenico Bresolin

Dal 1844 Domenico Bresolin comincia ad esporre all’Accademia di Venezia paesaggi tratti dal vero, tra cui Paesaggio con castello con cui vince il concorso.
È dello stesso anno una emozionante Veduta di Firenze e dell’Arno dalle Cascine in cui una pulita luce rosea pervade l’atmosfera della campagna fiorentina appena fuori città.

L’impianto della veduta richiama ancora modelli classici del Seicento e del Settecento, però la natura appare riprodotta in chiave più sentimentale e romantica. Basta osservare il modo in cui la luce bagna figure, alberi e la città sullo sfondo, coperta da una leggera foschia anch’essa di colore rosa.

A Roma Domenico Bresolin espone dipinti come Terme di Caracalla o Acquedotti di Claudio sempre appartenenti alla stessa atmosfera tersa e limpida.

Risale al 1859 circa un dipinto completamente votato al vero, Casa diroccata in cui questa volta il taglio è molto ravvicinato e fotografico e la luce naturale illumina i muri vecchi e scrostati di una casetta di campagna. Dal 1864 diventa insegnante di paesaggio all’Accademia di Venezia e lì trasmette ai suoi allievi la preferenza nel ritrarre i paesaggi en plein air.

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