Cleto Tomba

Cleto Tomba. Uomini di Lettere. Scultura in Terracotta
Uomini di Lettere. Scultura in Terracotta

Quotazioni Cleto Tomba

Questo formidabile e arguto plasticatore è famoso per le piccole sculture in terracotta a cui dà sempre un senso di arguzia e ironia davvero inconfondibile. Le stime in genere sono tra gli 800 e i 1.600 euro mentre cifre maggiori possono raggiungere le composizioni più grandi e articolate con più personaggi.

Meno ricercati i bronzi e gli acquerelli quotati sotto i 500 euro nella media. 

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Biografia

Cleto Tomba (Castel San Pietro, 1898 – Bologna, 1987) si forma presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna al seguito dello scultore Pasquale Rizzoli (1871-1953). Nel 1922, ancora molto giovane, vince il concorso per la realizzazione del Monumento ai caduti di Imola.

Quindi, archiviata la prima fase di carattere prevalentemente celebrativo e monumentale, Cleto Tomba percorre tutti gli anni Trenta dedicandosi a piccoli gruppi e soggetti in terracotta di valore umoristico e narrativo.

Ben presto, questa tematica così particolare e l’utilizzo quasi esclusivo del medium della terracotta caratterizzano tutta la produzione di Cleto Tomba, raccogliendo una serie di approvazioni da parte della critica e soddisfacendo un nutrito gruppo di collezionisti.

Un immediato successo

Nel 1928 espone per la prima volta alla Biennale di Venezia, mentre l’anno successivo è all’Esposizione di Barcellona. Negli anni Trenta, partecipa alle Sindacali e alle Quadriennali romane, ottenendo sempre un notevole successo.

Durante il regime, lo scultore si dedica anche a piccoli gruppi che celebrano la retorica fascista. Ma dal dopoguerra in poi, i suoi soggetti sono soprattutto incentrati sulla narrazione della vita quotidiana e sulla descrizione ironica e aneddotica di scenette ambientate nelle taverne, nelle chiese, nelle scuole, in generale in tutti i luoghi della quotidianità.

Una forte espressività

Piccoli personaggi e macchiette umoristiche sono contraddistinti da una forte espressività che si riscontra sia nella caratterizzazione psicologica e quasi teatrale dei volti, sia nelle movenze dei corpi. Ubriaconi, danzatrici, sacerdoti, suore, donne immerse nelle attività giornaliere, ma anche medici e professionisti sono i protagonisti di questa narrazione di piccoli mondi in forma di terracotta.

La commedia umana si sprigiona con intensità narrativa nell’interpretazione di una realtà specificamente provinciale, soprattutto bolognese, che Cleto Tomba racconta con vigore e partecipazione.

Il successo continua per tutti gli anni della sua produzione, anche mentre l’artista accompagna l’attività plastica all’insegnamento presso il Liceo Artistico di Bologna, dove lavora per trent’anni. Muore a Bologna nel 1987, ad ottantanove anni.

Cleto Tomba: i piccoli gruppi umoristici in terracotta

Dopo i primi accenni di arte monumentale, Cleto Tomba inizia subito a dedicarsi ad una scultura di dimensioni più ridotte, a partire dalle opere celebrative dedicate al regime, La marcia su Roma e Il duce, presentate rispettivamente alla Biennale di Venezia del 1928 e alla Quadriennale di Roma del 1935.

Si tratta di due sculture ancora fortemente legate al ritorno all’ordine, in cui un celebrato Mussolini si presenta come un personaggio in nudità eroica che marcia su Roma, nel primo caso, e come un possente uomo avvolto in un cappotto nel secondo caso.

Terracotta viva e vibrante

Ma la vera vocazione di Cleto Tomba è quella di narratore potente e ironico di una quotidianità spesso aneddotica, caratterizzata da mosse argute e da espressioni sagaci. Il tutto realizzato con una terracotta viva e vibrante, contraddistinta da una freschezza esecutiva che pone le sue radici nella scultura verista della seconda metà dell’Ottocento.

Con Zebre partecipa alla Quadriennale di Roma del 1931, con Nazario Sauro e Arte decorativa all’Esposizione Sindacale di Napoli del 1937. Un Mosè in cera viene presentato da Cleto Tomba alla Quadriennale di Roma del 1939, mentre Sposa alla Sindacale di Milano del 1941.

Tra i gruppi di grande valore aneddotico ed umoristico sono da segnalare L’alcolizzato conservato alla Galleria d’Arte Moderna di Firenze, ma anche Dopo la partita, Il breviario, Don Chisciotte, Uomini di lettere, Lo sposalizio e Sentir messa.

 

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