Sommario
Biografia
Salvatore Fergola (Napoli, 1799 – 1874) nasce da Luigi, pittore di vedute nel solco dell’esperienza napoletana di Philipp Hackert (1737-1807).
Proprio grazie agli insegnamenti paterni diventa subito un pittore affermato. È protetto da Francesco I Borbone che gli commissiona nel 1819 una serie di vedute come Napoli da Capodimonte.
Nel 1826 diventa professore onorario del Real Istituto di Belle Arti e nel 1830 viene proclamato pittore di corte da Francesco I. Muore a Napoli nel 1874, a 76 anni.
Salvatore Fergola, pittore di corte
Negli anni Venti l’artista comincia a seguire il Re durante i suoi viaggi nel Regno delle due Sicilie. Realizza diverse vedute dei luoghi visitati come la Calabria e la Sicilia, ma anche Ischia o Castellammare. Queste opere saranno presentate all’Esposizione borbonica del 1826, anno in cui si reca a Caserta per dipingere altre vedute e rappresentazioni della caccia reale.
Nel 1829, quando la figlia di Francesco I Maria Cristina sposa Ferdinando VII di Spagna, Salvatore Fergola riceve l’incarico di seguirli in Spagna. Da qui raggiunge la Francia dove viene nominato pittore di corte.
Le committenze reali
Nel frattempo Salvatore Fergola continua a partecipare alle biennali borboniche e a ritrarre la famiglia reale. Nonostante ciò nel 1838, quando concorre per la cattedra di paesaggio all’Accademia, non riesce ad ottenere il posto che invece va a Gabriele Smargiassi.
La fedeltà e la professionalità dimostrata fino a quel momento, gli fanno assicurare un altro incarico, quello della decorazione delle pareti della Reggia di Caserta, con vedute e paesaggi.
La propaganda politica di Re Ferdinando viene pienamente interpretata da Salvatore Fergola che espone alle mostre borboniche degli anni Quaranta una serie di dipinti promozionali dell’attività edilizia e industriale del re. Sono da esempio L’inaugurazione della ferrovia Napoli-Portici, esposto nel 1841 o La strada ferrata di Castellammare del 1845.
La Scuola di Posillipo
Dalla fine degli anni Quaranta Salvatore Fergola comincia a sviluppare un interesse per i paesaggi istoriati, forse sotto l’influenza di Smargiassi: espone nel 1849 Caino e Abele e Caino che fugge alla terribile chiamata di Dio (Napoli, Palazzo Reale).
Negli stessi anni, nel solco della prima generazione della Scuola di Posillipo, in contatto con Antoon Sminck van Pitloo (1790-1837) e altri vedutisti nordici, si dedica anche alle vedute marine, esposte alle mostre borboniche per tutti gli anni Cinquanta.
Hanno un sapore romantico appreso in particolare da William Turner (1775-1851) nella definizione di una natura sublime, come in Naufragio di Nisida in cui due navi sono coinvolte in una terribile tempesta nel Golfo di Napoli, dove è ben visibile la formazione di un ciclone che sembra nascere proprio dall’acqua vicino alla nave.
Gli ultimi anni
Negli ultimi anni Salvatore Fergola si dedica anche a dipinti di soggetto religioso come il Cristo nell’Orto esposto nel 1858 e oggi alla Gallerie dell’Accademia di Napoli, ma continua anche ad occuparsi, pochi anni prima dell’unità d’Italia, della celebrazione dei reali con L’interno della sala in Tarsia con i prodotti delle arti e dei mestieri napoletani che descrive minuziosamente le mostre biennali indette da Francesco Borbone, per le arti e i prodotti partenopei.
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