Giovanni Migliara

Giovanni Migliara. La Chiesa della Salute a Venezia. Tecnica: Olio su tela, 30 x 40 cm
La Chiesa della Salute a Venezia. Tecnica: Olio su tela, 30 x 40 cm

Quotazioni Giovanni Migliara

I dipinti ad olio su tela hanno valutazione tra i 4.000 e gli 8.000 euro in linea di massima mentre i piccoli dipinti ad olio su vetro vanno dai 1.000 ai 3.000 euro circa. Le ampie vedute cittadine con molti personaggi superano facilmente i 25.000 euro se ben conservate. Pittore molto prolifico, ha mercato lombardo e piemontese con una produzione di vedute cittadine di sapore romantico, di figure, di animali e scene di costume e di interni. Può essere considerato l’inventore del vedutismo ottocentesco. 

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Biografia

Giovanni Migliara (Alessandria, 1785 – Milano, 1837) segue inizialmente le orme del padre ebanista. Nel 1802 si trasferisce da Alessandria a Torino per compiere apprendistato presso la bottega dell’intarsiatore Giuseppe Maria Bonzanigo (1745-1820). In un secondo momento si sposta a Milano, sempre per lavorare in una bottega di uno scultore in legno.

Il successo a Milano

A Milano, però, Giovanni Migliara decide di frequentare l’Accademia di Brera e di lavorare contemporaneamente come scenografo al seguito di Gaspare Galliari (1761-1823). Le prime esposizioni a Brera lo vedono presentare vedute e capricci di Milano e Venezia, ispirati soprattutto a Canaletto (1697-1768).

Queste prime esposizioni gli garantiscono un immediato successo, che aumenta ancor di più quando Giovanni Migliara passa dalle vedute agli interni. Poco prima degli anni Venti, infatti, comincia ad esporre quadri dedicati ad interni prospettici di conventi di matrice troubadour sull’esempio di François Granet (1775-1849).
Ma a questi si affiancano anche scene di genere piccole minuziose, sull’esempio dei maestri fiamminghi del Seicento.

Sono anche gli anni in cui Giovanni Migliara si dedica alla miniatura su seta sotto vetro, le fixès. Infatti, affetto da una grave forma di polmonite, è costretto dentro casa e non può dedicarsi alla pittura. Anche questa forma d’arte applicata, comunque, gli garantisce sin da subito un grande successo sia di critica che di pubblico.

I numerosi viaggi in Italia

Giovanni Migliara, guarito dalla polmonite, può dare immediatamente sfogo alla sua indole di viaggiatore. La Pinacoteca di Alessandria conserva una ventina di disegni su taccuini che testimoniano i diversi spostamenti effettuati da Giovanni Migliara in Italia. Piccole vedute e prospettive ci dicono che sicuramente ha sostato in Emilia e in Toscana nel 1825 e in Liguria nel 1828.

Negli anni Trenta, invece, sosta prima in Piemonte e poi nel Lazio e in Campania. Molto importante è il suo rapporto con la sua città d’origine Alessandria e più in generale con il Regno di Sardegna.

Il rapporto con i Savoia

Le committenze dei Savoia giungono per la prima volta a Giovanni Migliara nel 1823, quando Carlo Felice gli commissiona un dipinto di genere per il Castello di Govone.
Nel 1831Calro Alberto lo nomina cavaliere dell’Ordine al Merito Civile di Savoia, mentre nel 1833 lo decreta suo “pittore di genere”.

Giovanni Migliara esordisce ufficialmente a Torino nel 1829 e parteciperà ad una lunga serie di esposizioni torinesi per tutti gli anni Trenta. Sarà sempre legato alle vedute e alle tematiche di genere, spesso commissionate dai Savoia stessi.

Muore prematuramente nel 1837, a Milano, a soli cinquantadue anni. All’Esposizione di Torino del 1838 viene ricordato con un’esposizione a lui dedicata e riassuntiva della sua carriera di vedutista e pittore di genere. Diverse sue opere sono conservate presso la Pinacoteca di Alessandria.

Giovanni Migliara: tra vedute, interni e scene di genere

Giovanni Migliara inizia ad esporre nel 1812 a Brera una serie di vedute milanesi e veneziane. Di lì a poco inizia ad essere conosciuto anche per la pittura di interni e per scenette di genere alla fiamminga inserite in contesti architettonici più ampi.

Il successo giunge immediato, soprattutto quando comincia a girare per le varie corti italiane e a farsi notare da quella sabauda. Le sue vedute precise e denotate da una tersa luminosità e da una profondità prospettica ampia e corretta gli procurano le lodi dei Savoia. I suoi primi importanti committenti torinesi sono in realtà Bertalazzone d’Arache e Pietro Baldassarre Ferrero, con cui poi instaurerà una duratura amicizia.

Nel 1829 esordisce a Torino all’Esposizione dei Prodotti dell’Industria e delle Belle Arti, con una serie di scenette di genere e di vedute prospettiche. Nel 1830, nove sue prospettive e interni dedicati al Convento di Santa Chiara compaiono alla Biennale Borbonica napoletana.

Subito dopo, nel 1831, quando Carlo Alberto lo nomina Cavaliere, gli commissiona anche due scene storiche celebrative dei Savoia. Si tratta di Il Conte Pirtro riceve l’anello di San Maurizio e Il Duca Amedeo VIII a Ripaglia.

La committenza sabauda

Nel 1834, i Savoia commissiono a Giovanni Migliara una serie di vedute acquarellate  del Piemonte, per l’album personale del Re. Questi acquarelli, oggi conservati presso la Biblioteca Reale di Torino, sono tra i più apprezzati di Giovanni Migliara. Un anno prima, il pittore aveva esposto a Brera una serie di Vedute di Altacomba commissionategli dalla regina Maria Cristina.

La morte precoce di Giovanni Migliara ha impedito che il suo corpus di opere fosse più vasto di quello che in effetti è stato. Nonostante questo, dopo la sua morte, gli è stata dedicata una mostra presso l’Esposizione torinese, comprendente una cospicua serie di sue vedute e interni.

Tra le opere più importanti del pittore vi sono Luigi X al castello di Barolo, Interno di chiesa, Piazza del Pantheon a Roma, Interno di una grande cucina di campagna, Prospettiva con macchiette del secolo XVIII e Veduta di Porta Ticinese a Milano.

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