Eugenio Landesio

Eugenio Landesio. La Valle del Messico dalla Collina di Tenayo. Tecnica: Olio su tela
La Valle del Messico dalla Collina di Tenayo. Tecnica: Olio su tela

Biografia

Eugenio Landesio (Venaria Reale, 1809 – Roma, 1879), trasferitosi con la famiglia a Roma negli anni Trenta, viene introdotto nello studio di un pittore paesaggista francese.

In seguito, viene accolto sotto l’ala dell’ungherese Carlo Markò il vecchio (1793-1860), che in quel momento si trova a Roma, da poco giunto da Vienna. Il classicismo nordico del pittore si unisce sapientemente alle prime indagini sul vero, influenzando fortemente il più giovane Eugenio Landesio, che comincia a comporre i primi paesaggi animati da un’intensa luminosità diffusa.

Il successo alle Mostre degli Amatori e Cultori

Nel frattempo, l’artista si occupa anche di litografia e partecipa alle Mostre degli Amatori e Cultori di Roma a partire dal 1839. Di lui vengono immediatamente apprezzati il tratto disegnativo preciso e raffinato, ma anche e soprattutto il cromatismo limpido ed impeccabile, caratterizzato da un’impostazione graduale che risponde al parallelismo dei piani rappresentati.

Questa modalità stilistica nasce dall’unione tra lo studio del paysage classique di Lorrain e l’osservazione della realtà, come si nota dalla graduale eliminazione dell’impianto scenografico strettamente classico per cedere ad una visione più sciolta e libera della luce e della natura. Le opere di Eugenio Landesio acquistate dalla nobiltà romana ed europea, gli permettono di essere conosciuto a livello internazionale.

Il trasferimento in Messico

Nel 1855, il pittore piemontese si trasferisce in Messico, chiamato ad insegnare pittura di paesaggio e di prospettiva alla Academia de Bellas Artes de San Carlos, a Città del Messico. Qui, introduce la sua idea di paesaggio classico e romantico con i sempre più frequenti accenni alla realtà.

In Messico, inoltre, realizza piccoli studi dal vero e litografie che elabora dall’osservazione scientifica di alberi, piante ed elementi naturalistici che vengono accolti con curiosità e ammirazione dai suoi allievi, tra cui uno dei paesaggisti più importanti dell’Ottocento messicano, José Maria Velasco (1840-1912).

Nel 1864, viene nominato pittore di camera dell’Imperatore Massimiliano d’Asburgo del Messico: in questo contesto lavorativo, riceve l’incarico di affrescare il Castello di Chapultepec con storie del Messico precedente all’invasione europea.

Dopo aver passato gran parte della sua maturità a Città del Messico, affrontando una lunga serie di commissioni da nobili e proprietari di haciendas, visitando anche le grotte di Cacahuamilpa e il vulcano di Popocatépetl, traendone studi e dipinti, rientra a Roma alla fine degli anni Settanta, dove muore nel 1879, a settant’anni.

Eugenio Landesio: il paesaggio classico e le prime indagini veriste

L’esordio di Eugenio Landesio avviene alla Mostra degli Amatori e Cultori di Roma del 1839, in cui presenta Paese tratto dalla tenuta Tragliatella presso Bracciano, acquistato da un conte.

Questa prima opera mostra il crescente interesse che il pittore piemontese riversa nello studio e nella rappresentazione della campagna romana, come si nota anche da altre opere come Casale della Magliana fuori porta Portese alle sette miglia.

Risalgono al 1840 La veduta di Vallinfreda, Marsia scuoiato da Apollo e La villa di Ruffinella, tutte tele impostate sulla riproposizione di stilemi del paesaggio classico di impianto scenografico.

Una luce tersa e dorata pervade questi paesaggi spesso animati da piccole figure, ma con il passare degli anni, l’attenzione di Eugenio Landesio si rivolge sempre di più verso la rappresentazione oggettiva e allo stesso tempo sciolta degli elementi naturali.

Particolarmente interessato al territorio della Tuscia, realizza le litografie dedicate ai monumenti di Tuscolo per il volume di Luigi Canina Descrizione dell’antico Tusculo. Ma esegue anche alcune vedute della zona, come il paesaggio istoriato La sconfitta e la morte dei Fabi sotto le mura di Veio, la Veduta di alcuni sepolcri etruschi presso Viterbo e la litografia Veduta della città di Sutri.

Il periodo messicano

Inviato il dipinto Vista de Roma tomada de la villa Freborn por la via Cassia all’Academia de San Carlos a Città del Messico, viene chiamato ad insegnare paesaggio, rivoluzionando, di fatto, l’impostazione pittorica e accademica dell’America centrale, anche con la pubblicazione di trattati didattici e scientifici come La pintura general o de paisaje y la perspectiva en la Academia nacional de S. Carlos.

Diverse sono le opere che Eugenio Landesio realizza nei suoi anni messicani, accompagnati dall’esplorazione scientifica e naturalistica dei vulcani, dei fiumi e della vegetazione selvaggia che poi riporta nei suoi studi e nei dipinti di carattere documentario, sfiorando la natura minuziosa del reportage.

Tra le opere più significative eseguite a Città del Messico vi è il paesaggio Hacienda de Monte Blanco, eseguito vicino Veracruz, ma anche El Popocatépetl e Excursión a la caverna de Cacahuamilpa y ascensión al cráter del Popocatépetl. 

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