Pasquale Mattej

Pasquale Mattej. Banchetto sulla Riva. Tecnica: Olio su carta applicata su tela , 20,5 x 30,5 cm
Banchetto sulla Riva. Tecnica: Olio su carta applicata su tela

Biografia

Pasquale Mattej (Castellone di Gaeta, 1813 – Napoli, 1879) figlio di un barone di Gaeta, si reca a Napoli molto giovane, per dedicarsi alla formazione artistica. Ci riesce grazie ad un sussidio del re Ferdinando I di Borbone, intenzionato ad aiutare il ragazzo rimasto orfano di padre, di cui era molto amico.

Prima segue gli insegnamenti di Gennaro Maldarelli (1795-1858), poi comincia a frequentare la scuola di Anton Sminck van Pitloo (1790-1837) a Posillipo.

Ben presto, diventa uno dei suoi allievi più cari e soprattutto un devoto amico. Seguendo la scia di Salvatore Fergola (1799-1874), si specializza nei disegni e nei dipinti di ricostruzione storica, di intento documentario.

Tra l’illustrazione e i dipinti

Questo perché collabora alla rivista “Poliorama Pittoresco”, in cui lavora Fergola stesso. Per tale periodico, Pasquale Mattej scrive diversi articoli di carattere storico, archeologico o sociale, che spesso si riferiscono alla storia partenopea. Da questa esperienza nasce un album di ventotto disegni dedicato ai Monili e costumi di Castellone e Mola di Gaeta, suo paese di nascita.

Contemporaneamente, lavora anche come caricaturista per il giornale satirico “L’Arlecchino”. Ma non si ferma all’illustrazione la produzione artistica di Pasquale Mattej. Infatti, sempre tenendo presente le novità della Scuola di Posillipo, si dedica ad una pittura di carattere celebrativo che rievochi i principali eventi della storia meridionale e partenopea in particolare.

La cronaca locale, la descrizione dei costumi tradizionali, le principali tappe della storia borbonica, il folklore sono i soggetti prediletti da Mattej, che negli anni Cinquanta riceve numerose committenze.

L’interesse storico e filologico

Gran parte di queste testimonianze della storia partenopea compaiono alle Mostre borboniche, ponendo Pasquale Mattej come uno dei principali rappresentanti della cronaca per immagini. L’intento celebrativo si unisce ad una pittura svelta e sintetica, caratterizzata da un impianto cromatico sincero e sciolto.

Dunque, il pittore si pone a metà tra Salvatore Fergola e Giacinto Gigante (1806-1876). Per molti anni, è proprio lo stretto rapporto di committenza che intrattiene con la corte borbonica che permette al pittore campano di vivere della sua produzione artistica.
Nel 1857 lavora con Teodoro Duclere (1815-1869) alle illustrazioni per gli Usi e costumi di Napoli e Contorni di Francesco de Bourcard.

Nel 1860, il pittore dedica una lunga e importante biografia al suo maestro Pitloo, morto molti anni prima. Ben presto, dopo l’Unità d’Italia, la sua produzione se fa meno cospicua, per l’arrestarsi dei rapporti con i Borbone. Negli ultimi anni si dedica soprattutto alla documentazione storica e topografica di Gaeta, disegnandone la pianta.

Gli interessi storici lo accompagnano fino agli anni Settanta, quando si occupa di una ricerca sulla Grammatica del dialetto napoletano, pubblicata nel 1878. Muore l’anno successivo, a Napoli, a sessantasei anni.

Pasquale Mattej: la cronaca e la storia di Napoli attraverso le immagini

L’interesse antropologico e storico dell’artista si rivela sin dagli esordi in campo illustrativo e pittorico. Sono infatti da ricordare i centoventuno disegni dedicati alle Memorie patrie di Gaeta, che risalgono alla seconda metà degli anni Quaranta.

Nel 1848 partecipa alla Mostra Borbonica con l’acquarello che documenta la Straordinaria nevicata avvenuta nel 1847 in Mola di Gaeta e con Il prospetto dell’Annunziata di Aversa, sempre ad acquarello. Il cardinale Piccol, un anno dopo, gli commissiona il dipinto dedicato allo Sbarco di Pio IX ai Granatello di Portici.

Un’altra importante opera che si inserisce nella documentazione di eventi storici o popolari è la Fiera di San Benedetto in San Germano alle falde di Monte Cassino, presentata alla Mostra Borbonica del 1851.

Intorno al 1853, Pasquale Mattej compie un viaggio nel Regno delle due Sicilie, con l’intento di documentare e di creare una cronaca per immagini delle usanze del meridione. Ne scaturiscono diversi dipinti, tra cui La festa di Santa Rosalia a Palermo esposto alla Biennale Borbonica del 1855.

Durante il soggiorno palermitano, l’artista realizza una serie di vedute di ampio respiro, come Palermo dalla Villa della Favorita e Palermo con il Monte Pellegrino, che richiamano la pennellata sciolta e sincera dell’amico Giacinto Gigante e più in generale la libertà compositiva della Scuola di Posillipo.

Di questo periodo sono La festa dei quattro altari a Torre del Greco, Porta Capuana, Il ritorno dalla festa della Madonna dell’Arco e L’inaugurazione del bacino di Raddobbo.

Significative all’interno della produzione storico celebrativa di Pasquale Mattej sono i due dipinti esposti alla Mostra Borbonica del 1859, La processione del Corpus Domini nell’Abbazia di Montecassino e Lo sbarco e il solenne ricevimento in Napoli del Re di Portogallo sulla Banchina dell’Immacolatella il 4 luglio del 1855.

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