Memo Vagaggini

Quotazioni Memo Vagaggini

Il maestro è molto apprezzato in Toscana e negli ultimi anni è stato al centro di un interesse accresciuto. Infatti pur avendo fatto numerose esposizioni all’epoca è stato in parte dimenticato.

Il senso quasi metafisico e magico di molte sue composizioni, spesso ad olio su tavola, hanno permesso una rivalutazione poiché si avvicina al gusto novecentesco del Ritorno all’ordine. I dipinti di piccole dimensione sono quotatati tra i 500 e i 1.500 euro mentre le opere medie sono stimabili tra i 2.000 e i 4.000 euro. Le rare opere di dimensione maggiore possono spuntare cifre più importanti.

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Biografia

Memo Vagaggini (Santa Fiora, 1892 – Firenze, 1955), nato in Maremma, proprio sotto il Monte Amiata, si avvicina al disegno e alla pittura sin da bambino. La sua formazione avviene da autodidatta: ha come unica fonte di ispirazione la natura, osservata e riportata su tela con fedeltà e con una personalissima interpretazione.

Le modulazioni luministiche, infatti, investono sin da subito la pittura di Memo Vagaggini, che naturalmente è figlio della pittura di macchia. Le sue composizioni risultano equilibratissime e pacate, illuminate da una luce piana e sincera, quasi sempre proveniente da un sole pomeridiano.

Le superfici appaino come piccoli tasselli che si incastrano delicatamente fra loro, rispettando accordi tonali e tenui contrasti chiaroscurali. Nel 1924, Memo Vagaggini si trasferisce a Firenze per insegnare pittura presso l’Accademia. Rimarrà in questa città per il resto della sua vita, pur rimanendo sempre legato ai paesaggi della sua Maremma, che continueranno ad ispirarlo per molti altri anni.

Poco dopo il suo trasferimento a Firenze, inizia a lavorare anche ad una serie di affreschi dedicati alla Vita di San Francesco, nella chiesa di Castelnuovo ad Arezzo. Da questo momento in poi, ottiene importanti riconoscimenti, come la medaglia d’argento presso il Collegio Accademico fiorentino.

Un’intensa attività espositiva

A cominciare dalla fine degli anni Venti, Memo Vagaggini inizia una fiorente attività espositiva che lo porta a partecipare alle Mostre Regionali d’Arte Toscana, ma anche ad alcune edizioni della Biennale di Venezia e della Quadriennale di Roma.

Nel 1934 viene scelto come rappresentante italiano presso la Mostra dell’Albero a Londra e nello stesso anno, alla Mostra di Montecatini ottiene un premio dall’Accademia d’Italia.

Questi successi, accompagnati sempre da un naturalismo pacato e sapiente, lo portano ad esporre fino all’inizio degli anni Quaranta. Nel decennio successivo, inizia piano piano ad abbandonare la pittura. Muore a Firenze, nel 1955, a sessantatré anni.

Memo Vagaggini: un naturalismo sereno, luminoso e “sospeso”

Come accennato, le composizioni di Memo Vagaggini risultano sin da subito velate da una sorta di sospensione atemporale. Questa luminosità diffusa colpisce i luoghi silenziosi e privi di presenze umane, conferendo ai dipinti un valore di autentica limpidezza. Un equilibrato e sereno Paesaggio toscano compare alla Mostra d’Arte Toscana di Firenze del 1929.

Alla successiva, del 1930, espone Laguna a Orbetello, I cipressi e Maremma. Dipinti che riflettono quella sensazione di magica assenza, in cui il paesaggio appare brillante nei suoi verdi maremmani, tutti modulati con sapienza e attenzione al motivo toscano, cui Memo Vagaggini è particolarmente affezionato.

Esordio alla Biennale di Venezia

Nel 1931, espone sempre presso la stessa rassegna S. Fiora, dipinto che rappresenta il suo amato luogo di nascita in provincia di Grosseto e vicinissimo al Monte Amiata. Al 1932 risale il suo esordio alla Biennale di Venezia, in cui presenta il dipinto Maremma – Bocca d’Ombrone, oggi appartenente alle collezioni della Galleria Nazionale di Roma.

Invece, Marina di Quercianella, presentato a Firenze nel 1934 insieme a Impressione e Strada di Quercianella, è conservato presso la Galleria d’Arte Moderna di Milano. La bellissima Ricamatrice, che richiama le atmosfere intime e domestiche della Scuola di Piagentina, compare alla Promotrice di Torino del 1935.

La Quadriennale di Roma

Nello stesso anno, Memo Vagaggini è presente per la prima volta alla Quadriennale di Roma, con Marina, La chioma e Autoritratto. Nebbiaia, Spiaggia di Castiglione della Pescaia e Bivio di Rocchette sono i dipinti che il pittore espone a Firenze nel 1936, mentre nel 1938 presenta S. Fiora – Il castello, Maremma e Versiglia.

Con due Marine e Maremma partecipa poi alla Quadriennale romana del 1939 e con Dintorni d’Empoli, Paesaggio empolese e Natura morta a quella del 1943, che rappresenta l’ultima, importante apparizione pubblica del pittore toscano.

 

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