Fausto Pirandello

Quotazioni Fausto Pirandello

Tipologia opere Periodo Quotazione
Olio su tela e su tavola Maturità (1920-1945) da 10.000 a 40.000 euro
Pastelli Maturità (1920-1945) da 1.500 a 3.000 euro
Olio su tela e su tavola Ultimo periodo (1945 – 1975)  10.000 euro circa
Pastelli Maturità (1945 – 1975)  da 1.000 a 1.500 euro

I dipinti ad olio su tela o su tavola della maturità in media sono quotati dai 10.000 euro ai 40.000 euro. I pastelli hanno una valutazione tra i 1.500 euro e i 3.000 euro. Questo periodo è quello più influenzato dalla Scuola Romana di cui Pirandello può essere considerato uno dei massimi esponenti.

I quadri del periodo successivo alla seconda guerra mondiale hanno una stima media attorno ai 10.000 euro. Le opere su carta tra i 1.000 e i 1.500 euro. Diversi fattori possono influenzare la valutazione di un’opera e si raccomanda di contatrici per ricevere una stima esatta.

Vuoi conoscere le ultime stime delle sue Opere?

Puoi contare sui nostri esperti storici dell’arte per una perizia gratuita della tua opera di Fausto Pirandello, caricando le immagini direttamente nel form sottostante, oppure usando i criteri di contatto in alto.

Per una stima rigorosa anche in meno di 24 ore, è indispensabile avere le foto dell’opera con rispettive misure, della firma ed anche del retro. Acquistiamo opere dell’artista.

Biografia

Fausto Pirandello (Roma, 1899 -1975) è figlio di Luigi Pirandello. Passa la sua infanzia tra Roma e Agrigento, città natale del padre. Avviato agli studi classici, non può portarli a termine, perché, allo scoppio della guerra, viene richiamato alle armi. Mentre suo fratello Stefano verrà mandato al fronte e tornerà solo nel 1918, Fausto Pirandello, per motivi di salute rimane in Italia.

Alla fine della guerra, inizia a dedicarsi al disegno e alla scultura frequentando lo studio di Sigismondo Lipinski (1873-1940). Nel 1919, poi, segue le lezioni della Scuola Libera del Nudo. L’inizio degli anni Venti rappresenta la svolta decisiva nella formazione del giovane Fausto Pirandello.

La scuola di Felice Carena

Felice Carena (1879-1966) aveva aperto, nel 1922, insieme ad Attilio Selva (1888-1970) una scuola d’arte che aveva attratto una serie di giovani artisti romani. Tra i primi ad iscriversi vi sono proprio Fausto Pirandello ed Emanuele Cavalli (1904-1981), seguiti poi da Giuseppe Capogrossi (1900-1972) nel 1923.

La scuola di Carena incoraggia i giovani pittori a non seguire necessariamente le rigide regole accademiche, ma ad ascoltare i propri mezzi e le personali aspirazioni. In Fausto Pirandello nasce una tendenza espressionista che si ispira al linguaggio di Paul Cézanne (1839-1906) al post Impressionismo francese e all’Espressionismo tedesco.

I suoi primi lavori risalgono al 1923: sono dipinti che rievocano la dimensione pastorale, ma in una lettura quasi angosciosa e travagliata. Partecipa alla sua prima Biennale veneziana nel 1926, mentre nel 1927 alla Mostra degli Amatori e Cultori di Belle Arti di Roma.

Il viaggio a Parigi

Nel 1927, Fausto Pirandello, dopo le prime note positive da parte della critica, parte, insieme a Capogrossi, alla volta di Parigi, desideroso di studiare e approfondire il linguaggio europeo. Vi rimane per tre anni, approfondendo Cézanne, ma anche l’Espressionismo di Henri Matisse (1869-1954) e il cubismo di Pablo Picasso (1881-1973).

Entra poi in contatto con gli “Italiens de Paris”, il gruppo di artisti italiani che, difensori della Metafisica dechirichiana, volevano porsi come forte alternativa al Surrealismo di André Breton (1896-1966). Fausto Pirandello viene completamente catturato da questo magico clima artistico e se ne notano gli sviluppi nei dipinti dei primi anni Trenta.

Terminato il soggiorno a Parigi, l’artista si sposta a Berlino per assistere ad uno spettacolo del padre e nel frattempo espone alla Galleria Bakun.

Gli anni Trenta a Roma: il successo di una pittura personale

Il rientro a Roma comporta per Fausto Pirandello la partecipazione a numerose mostre. Nel 1931, tiene una personale alla Galleria di Roma, sede delle prime esposizioni della Scuola Romana. Prende parte poi alle Mostre del Sindacato Fascista, alle Biennali di Venezia, alle Quadriennali romane e al Premio Bergamo.

Lo accoglie un successo enorme, dato dalle sue composizioni ancestrali, nervose, create in seno al tonalismo romano. Parte da esso per arrivare a soluzioni individuali e tormentate, attraverso una pennellata materica e quasi ansiosa, come le figure che va a comporre, allungate e distorte, in una realtà sofferente.

Il suo contributo al tonalismo della Scuola Romana, è dunque del tutto personale, drammatico, estremamente complesso. Partecipa poi alla seconda mostra del gruppo Corrente, nel 1939. Il successo degli anni Trenta continua per Fausto Pirandello anche nel dopoguerra, quando ottiene premi e riconoscimenti, non solo nazionali, ma anche internazionali.

Nel 1956, riceve la medaglia d’oro come benemerito della cultura e dell’arte dal Presidente della Repubblica. Negli Sessanta, giunge a ricerche quasi astratte, rievocazioni degli studi sul Cubismo del suo giovanile viaggio parigino. Da questo momento in poi, Fausto Pirandello conduce una vita sempre più appartata, dedicata sempre alla pittura. Muore a Roma nel 1975.

Fausto Pirandello: le prime ricerche espressioniste tra Roma e Parigi

I primi anni di frequentazione della scuola di Carena e Selva sono, per Pirandello e i suoi compagni, di fondamentale importanza. Le ricerche del giovane artista spaziano soprattutto all’interno delle elaborazioni cromatiche e formali di Cézanne, ma anche nell’Espressionismo tedesco.

Sono questi gli anni in cui Fausto Pirandello inizia a formulare il suo peculiare linguaggio, fatto di una tensione colorisca e disegnativa senza precedenti. Le sue figure già sono enigmatiche e contorte, allungate in modo espressivo, elementi che si accentueranno con l’esperienza parigina.

Prima di partire, però, espone una Composizione ancora cézanniana alla Biennale di Venezia del 1926, che già lo fa notare alla critica. A Parigi, l’inquietudine delle sue figure diventa quasi metafisica, in dialogo con gli artisti “Italiens de Paris”.

Rientrato a Roma, espone alla Galleria di Roma e poi alla Mostra del Sindacato Fascista del Lazio del 1932. Vi presenta undici opere, le prime che veramente ci rendono chiaro il suo lavoro: tra di esse vi è Interno di mattina, quel dipinto così particolare da unire una realtà enigmatica e surreale alle sue ricerche tonali.

In esso, la stesura appare già tormentata e opaca, inizio del tonalismo che poi caratterizzerà tutta la produzione di Fausto Pirandello. Tra le altre opere, vi sono Tetti e monti di Roma, Donna e bambino, Nord di Roma, Oggetti e Agosto a Roma. alla Biennale veneziana dello stesso anno espone Giornata di scirocco e Figura terzina.

Il tonalismo e la Scuola Romana

Nonostante Fausto Pirandello non abbia partecipato al Manifesto del Primordialismo plastico di Cavalli, Capogrossi e Roberto Melli (1885-1958), prende parte comunque, da protagonista, al clima di rinnovamento dell’arte romana. Può essere considerato a tutti gli effetti un rappresentante della Scuola Romana, anche se bisogna evidenziare gli esiti del tutto personali e individuali della sua produzione.

Il suo tonalismo, sin dagli anni Trenta, risulta complesso, angoscioso e inquieto. Il suo colore è materico e sempre calibrato attentamente sulla dimensione visionaria della sua arte. Nel 1935 tiene una prestigiosa personale presso la Quadriennale di Roma, in cui presenta diciassette opere tra cui Donne sedute, Il bagno, Palestra, Didone abbandonata, Figura meravigliata, Donne del Lazio, Bagnanti e I pastori.

Le figure nude dei Bagnanti di Pirandello non sono quelle classiche che richiamano il Rinascimento, tanto presenti nelle opere del ritorno all’ordine. Sono, al contrario, figure che uniscono il primordiale arcaismo alla «realtà più domestica» (Melli, 1934).

Questi momenti della quotidianità vengono eretti a drammatiche epopee, in cui le figure sono spesso caratterizzate da una pennellata materica e allo stesso tempo ruvida e lo spazio è fatto di linee diagonali e spezzate. Ciò che emerge è lo spirito angosciato e crepuscolare di queste composizioni che si insinuano tra la realtà e il sogno.

Alle Sindacali partecipa fino al 1942 con opere come La Cervara, Natura morta, Atleti, Passeggiata nel bosco, Figure. Mentre alla Quadriennale romana del 1939, Fausto Pirandello presenta altri ventuno dipinti, tra cui Siccità, Alberi di paese, Vigneti, Sibilla, Il foglio giallo, La tenda rossa.

Hai un'opera di Fausto Pirandello e vuoi venderla?

Risposte anche in 24 ore.

Chiedi una valutazione gratuita, professionale e veloce usando il modulo sottostante, oppure usando i contatti in alto.

Instruzioni: allegare tramite il seguente modulo foto nitide e dettagliate (anche del retro e della firma).

Indicare inoltre nel campo "messaggio" le misure dell'opera.

Non trattiamo stampe e litografie.

    Informazioni di contatto


    Messaggio

    Acconsento al trattamento dei dati personali ai sensi del D.lgs 196/2003.

    © Copyright Berardi Galleria d'Arte S.r.l.