Raffaele Monti

Raffaele Monti. Le Sorelle della Misericordia (dettaglio). Scultura in marmo
Le Sorelle della Misericordia (dettaglio). Scultura in marmo

Biografia

Raffaele Monti (Milano, 1818 – Londra, 1881), figlio dello scultore Gaetano Matteo Monti (1776-1847), si forma presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, proprio sotto la guida del padre. In effetti, la prima formazione del giovane scultore avviene nel segno degli ultimi bagliori di Neoclassicismo, come si nota dai primi soggetti mitologici della fine degli anni Trenta.

A seguito dell’ottenimento della medaglia d’oro in Accademia, nel 1838 si trasferisce a Vienna per completare la sua formazione. Vi rimane per quattro anni circa, per poi spostarsi a Budapest, chiamato a lavorare presso il Museo Nazionale Ungherese.

All’inizio degli anni Quaranta, arricchito da suggestioni nuove e da impulsi artistici provenienti da ogni parte d’Europa, Raffaele Monti può essere considerato uno scultore di formazione internazionale, che sa sapientemente coniugare l’eleganza della scultura classica alle istanze veriste che piano piano si vanno diffondendo in Italia.

Il trasferimento in Inghilterra

Nel 1846, il Duca del Devonshire si trova a Milano, in una delle tappe del suo viaggio verso Napoli. Nell’ottobre, viene invitato a visitare lo studio milanese di Raffaele Monti, dove rimane profondamente colpito da una serie di sculture tutte caratterizzate dall’illusionistica rappresentazione di veli e stoffe che bagnano raffinate figure femminili, sul modello dello scultore veneziano Antonio Corradini (1688-1752.

Il purismo elegantissimo delle pose, insieme all’attenzione naturalistica nella resa dell’atteggiamento umano, ma anche e soprattutto nella realizzazione degli effetti di panneggio bagnato, suscitano nell’aristocratico inglese un’immediata certezza: commissiona a Raffaele Monti una Vestale velata da inserire nella sua collezione di Chiswick House.

Per questo, nel 1846 lo scultore compie un soggiorno di un anno in Inghilterra, per poi rientrare in Italia. Ma nel 1848, in vista dei moti rivoluzionari, decide di ritornare di nuovo a Londra, dove rimane definitivamente fino alla fine della sua vita.

L’attività espositiva a Londra

A Londra, studio in Great Marlborough Street, lo scultore inizia a gestire una lunga serie di incarichi e commissioni provenienti da collezionisti e mercanti inglesi. Ma allo stesso tempo, partecipa alle più importanti rassegne britanniche, tra cui l’Esposizione Universale del 1851 al Crystal Palace.

Nel corso degli anni Cinquanta e Sessanta, espone in numerose occasioni alla Royal Academy of Arts di Londra e partecipa poi all’Esposizione Internazionale di Londra del 1862. Intorno agli anni Settanta, con l’avanzare dei tempi moderni ed il cambiamento del gusto, non riesce più a sostentarsi solamente con la scultura, quindi inizia a lavorare per la ditta Elkington & Co., che produce elettrotipi.

Nonostante i grandi onori ricevuti in Inghilterra, accompagnati da importantissime commissioni, Raffaele Monti passa gli ultimi anni povero e dimenticato nella sua casa di Londra, dove muore nel 1881, a sessantatré anni.

Raffaele Monti: una scultura scenografica fra classicismo e verismo

Diverse opere dello scultore milanese Raffaele Monti sono oggi conservate in Inghilterra, in particolare presso il Victoria & Albert Museum, o sparse nelle varie collezioni private dei palazzi aristocratici della campagna britannica.

Tra le prime opere conosciute dello scultore, eseguite durante gli anni giovanili a Brera, vi sono Alessandro ammaestra Bucefalo e Aiace che difende il corpo di Patroclo, due soggetti di derivazione mitologica e di impianto classicista.

L’opera che molto probabilmente ha colpito il Duca del Devonshire nello studio milanese di Raffaele Monti è La dama velata, realizzata nel 1845 e oggi al Castello di Racconigi. Proprio sul modello di questa, il Duca ne commissiona un’altra per il suo palazzo di Chiswick, ad ovest di Londra: si tratta della bella Vestale velata, esposta al Crystal Palace nel 1851 e oggi conservata alla Chatsworth House.

È una scultura che unisce l’amore per la cultura antica, grazie alla scelta del soggetto della Vestale, a questo scenografico panneggio illusionistico che copre anche il volto e ricorda le opere di Corradini, che tra le altre sculture, progettò anche il Cristo Velato della Cappella Sansevero, poi eseguito da Giuseppe Sanmartino (1720-1793).

Le dame velate e i monumenti funebri

Gran parte della produzione di Raffaele Monti, quindi, si identifica con la scelta di coprire con una coltre morbida ricca di effetti di panneggio i suoi soggetti femminili. Tra di essi vi è Eva dopo la caduta, esposta anch’essa nel 1851 al Crystal Palace, insieme alla Schiava circassa nel mercato di Costantinopoli.

Vi è poi una allegoria della Veritas del 1853, esposta alla Royal Academy of Arts, e oggi conservata nel Museu António Medeiros e Almeida, a Lisbona. All’anno successivo, invece, risale un’altra versione della Donna velata che poi è passata nella collezione del Met di New York.

Attraverso la tecnica della galvanoplastica, cui Raffaele Monti inizia ad interessarsi a partire dagli anni Cinquanta, realizza la Statua di Charles Stewart, marchese di Londonderry, ancora oggi nella piazza del mercato di Durham.

Tra le opere più importanti dello scultore milanese vi è Il sonno del dolore e il sogno della gioia, esposta alla International Exhibition di Londra del 1862 e attualmente esposta al V&A Museum. Dettagli compositivi sofisticati caratterizzano la figura velata del Sogno della Gioia che sembra librarsi sopra la figura addormentata del Sonno del dolore.

Il carattere lirico e teatrale del movimentato gruppo scultoreo, sempre concentrato sulla resa dei veli manierati che si posano sui corpi, nasconde anche un significato politico e contemporaneo, vista la recente vittoria dell’Italia Unita, rappresentata dalla Gioia, sulla dominazione straniera, che coinciderebbe con l’allegoria del Dolore.

Presso il Victoria & Albert Museum, è conservata anche una piccola statua in porcellana raffigurante la Notte, in cui, ancora una volta, il protagonista è il panneggio leggero e mosso dal vento e dall’incedere aggraziato della figura femminile dai lunghi capelli che si confondono con il lungo velo.

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