Manifesta 12 a Palermo

Manifesta 12 a Palermo."Il Giardino Planetario. Coltivare la coesistenza”

Palermo

Dal 16 giugno al 4 novembre 2018

Manifesta è la Biennale itinerante d’Europa. Una rassegna nomade che vede i suoi natali all’inizio degli anni Novanta. In quel momento, cioè, in cui le prospettive politiche, economiche e sociali del globo intero stavano mutando.

Ebbene sì, era da poco crollato il muro di Berlino ed insieme a lui una serie di altre barriere, confini, inibizioni. La globalizzazione aveva inizio e, con essa, una serie di conseguenze negative, ma inevitabilmente anche positive.

I due poli economici e politici finora così potenti, ad est e ad ovest, in qualche modo perdono parte della loro egemonia. Emergono paesi fino a quel momento dimenticati, soprattutto in campo artistico, come l’Africa, l’America Latina, l’Asia. E Manifesta, proprio come molte altre rassegne pensate in questo periodo cruciale, nasce sul concetto di scambio artistico tra varie città europee che nel corso degli anni si passano il testimone. Essendo itinerante, la manifestazione dialoga profondamente con il luogo in cui viene allestita.

Manifesta a Palermo: il Giardino planetario

Da Zurigo nel 2016, quest’anno, precisamente il 16 giugno, Manifesta approda a Palermo. Fondata ad Amsterdam da Hedwig Fijen, la storica dell’arte collabora ogni due anni con i diversi direttori. Manifesta 12 ha come direttore Roberto Albergoni, coadiuvato da Francesca Verga.

Ma perché scegliere Palermo come sede del 2018? Perché, come premesso, Manifesta ha sempre avuto un legame con i cambiamenti politici e sociali della nostra epoca. E proprio la Sicilia, più che mai in questi giorni, rappresenta un punto focale di un mutamento in atto: il fenomeno dei processi migratori dal sud al nord del mondo.

Ma al centro del programma vi sono anche i cambiamenti climatici, di cui Palermo, città antica e meravigliosa, è stata protagonista durante i secoli. Tra l’altro il 2018 vede Palermo anche come Capitale italiana della Cultura.

Coltivare la coesistenza

Il tema di Manifesta 12 è “Il giardino Planetario. Coltivare la coesistenza”. Coesistenza è la parola chiave che si nasconde dietro la lunga storia di Palermo, abitata e invasa da greci, normanni, arabi e oggi dalle popolazioni che migrano dall’Africa e dal Medio Oriente. Palermo era e sarà sempre un meltin’ pot, con i suoi colori, odori, architetture, musiche e usanze.

Come si legge nel testo dei curatori, «Anche gli alberi di agrumi, considerati ancora oggi un simbolo caratterizzante la Sicilia, sono un frutto introdotto dalla dominazione araba. Il giardino botanico di Palermo, fondato nel 1779, nacque come laboratorio in cui coltivare, studiare, sperimentare, mescolare le diverse specie.

L’Orto Botanico di Palermo diventa metafora e principale ispirazione di questa edizione di Manifesta 12, che sceglie di sviluppare l’idea di “giardino”, esplorandone la capacità di aggregare le differenze e generare vita da tutti i movimenti e flussi migratori».

Dunque le piante come forma simbolica di innesto culturale e geopolitico: uno scambio infinito e sempre in atto, dimostrazione che le differenze producono linfa vitale, non pericoli.
Un messaggio chiarissimo che viene dall’arte contemporanea, per un momento così difficile per l’Italia e l’Europa intera.
Un’idea che proviene dal mondo come “Giardino Planetario” di Gilles Clément, in cui tutti noi siamo probabili giardinieri, nati per prendercene cura.

Una Biennale, tante sedi

Manifesta 12 a Palermo dialoga con il luogo in cui si trova. Le sedi sono molteplici: il Teatro Garibaldi, il principale contenitore della rassegna anche perché situato nel quartiere arabo Kalsa. L’Orto Botanico, con le sue variegate specie, Palazzo Costantino, Palazzo Ajutamicristo, il quartiere ZEN, Pizzo Sella, la vetta più alta del Monte Gallo che si affaccia sul mare.
E ancora, Palazzo Forcella de Seta, la Chiesa dei SS. Euno e Giuliano, Palazzo Butera.

Artisti provenienti da tutto il mondo espongono in queste sedi e in altri luoghi culturali di Palermo. Da Jelili Atiku (Lagos, 1968) a Marinella Senatore (Cava dei Tirreni, 1977) a Maria Thereza Alves (San Paolo, 1961). Palermo verrà invasa da installazioni e opere per sei mesi.

L’apertura prevede una serie di incontri, performance e settanta eventi collaterali. Il tutto accompagnato dal progetto 5 x 5 x 5 che invade scuole, chiese, strade, musei e quartieri per espandere l’arte anche al di fuori di Manifesta. 5 artisti, 5 accademie e 5 gallerie sono stati selezionati per questo percorso, per diffondere la rassegna in tutti i luoghi della città.

 

 

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