Medardo Rosso a Firenze

Medardo Rosso. La Portinaia, 1883 (dettaglio). Tecnica: Cera su gesso
La Portinaia, 1883 (dettaglio). Tecnica: Cera su gesso

Museo del Novecento, Firenze

Fino al 28 marzo

Il Museo del Novecento di Firenze ha deciso di dedicare una mostra a Medardo Rosso (1858-1928). “Solo” è il titolo che i curatori Marco Fagioli e Sergio Risaliti hanno voluto dare all’esposizione. Medardo Rosso torna a Firenze dopo cento anni, presentato come il più grande scultore della seconda metà dell’Ottocento.

Medardo Rosso, un italiano a Parigi

Artista unico nel suo genere, eclettico, maestoso, è riuscito ad inserirsi alla perfezione nel contesto internazionale. Insofferente all’ambiente accademico braidense, ribelle, Medardo Rosso è uno scultore che cerca la tempestività e la solerzia dell’impressione. Le sue opere rimandano immediatamente alla luce che le illumina, o meglio, che le penetra, che attraversa le caratteristiche vibranti della materia.

Figure sembrano muoversi nello spazio, non trovando differenze con l’aria che le circonda, ma quasi creando un tutt’uno con essa. Medardo Rosso scolpisce la dinamicità, lo spazio che si fonde con la materia, guardando al non finito michelangiolesco e volendo imprimere nelle figure una inconfondibile verità.

Durante il soggiorno francese lo scultore entra in contatto con l’Impressionismo, ma anche con il realismo. Conosce Emile Zola, l’ambiente del positivismo e sperimenta moltissimo, traendo spunto dai soggetti della quotidianità. A Parigi realizza capolavori come Ecce puer o Uomo che legge del 1894. Dà vita sia ad espressioni di gioia che di sofferenza, osservando le persone comuni, rielaborandole con la cera.

Materia malleabile e dinamica, come la pelle umana, ubbidisce immediatamente alla mano di Medardo Rosso e soprattutto accoglie in maniera incredibile la luce. Usa la fotografia per sperimentare ancora di più, per osservare meglio i suoi soggetti e studiarli nello spazio e nella luce più adatta.

Si confronta con Auguste Rodin (1840-1917) ed instaura con lui un rapporto intenso, che si interrompe quando Rodin espone il Balzac, troppo simile alle sue opere.

Le opere di Medardo Rosso, cera plasmata, sono fatte di impressioni rapide, di movimenti istintivi, giocati sull’equilibrio della luce sulla materia. L’attimo viene bloccato in una eternità che però resterà sempre in movimento grazie ai suoi contorni indefiniti e disfatti, dispersi nello spazio e nel tempo.

Le sei opere della mostra fiorentina

Sei opere scelte di Medardo Rosso vanno a costituire la breve ma intensa mostra al Museo del Novecento a Firenze. Portinaia, Ragazza che ride in due versioni, Bambino alle cucine economiche in due versioni e Bambino ebreo.

Per quanto riguarda la prima opera, lo stesso Medardo Rosso scrive di aver ritratto la portinaia perché gli passava davanti gli occhi tutti i giorni e la sentiva gridare dalla portineria. Non potendone più, narra di essere sceso un giorno in portineria con la cera, per plasmarla all’istante.

La quotidianità, dunque, viene elevata ad opera d’arte. La mostra di Firenze vuole anche evidenziare come Medardo Rosso sia più volte passato sugli stessi soggetti, come la Ragazza che ride o Il bambino alle cucine economiche. Analizzare lo sviluppo, le fasi del lavoro di questo grande artista permette anche di capirne l’elaborazione mentale e la rivoluzionaria ricerca, di respiro europeo.

© Copyright Berardi Galleria d'Arte S.r.l.