Arnold Böcklin

Arnold Böcklin - Giardino d’estate, 1881. Olio su tela, 61 x 50 cm
Giardino d’estate, 1881. Tecnica: Olio su tela

Biografia

Arnold Böcklin (Basilea, 1827 – Fiesole, 1901) nasce da una famiglia di commercianti. Si forma prima a Basilea, poi compie diversi viaggi in Europa. Durante questi viaggi raccoglie un importante bagaglio di influenze artistiche che lo porteranno a elaborare una poetica simbolista tutta sua.

Nel 1850 giunge a Roma dove entra in contatto con Nino Costa (1826-1903) e dopo un breve rientro a Basilea, torna a Roma dove si stabilisce fino al 1857 e sposa la romana Angela Pascucci. Durante una delle sue frequenti tappe in Germania, si ammala di tifo a Monaco e questo gli procura diversi problemi di natura non solo fisica ma anche economica.

Negli anni Sessanta Arnold Böcklin vive una florida ripresa, infatti diventa professore alla Kunstschule di Weimar ed entra in contatto con il conte Schack, uno dei suoi più importanti committenti e collezionisti.

Passa un intenso periodo produttivo a Monaco nella seconda metà degli anni Settanta, per poi trasferirsi a Firenze fino al 1885. Si sposta a Zurigo fino al 1892 dove stringe una forte amicizia con il poeta Gottfried Keller. Dopo l’infarto avuto in questo stesso anno, torna in Italia e vive prima in Liguria e poi a Fiesole, fino al 1901, anno della sua morte.

Studi accademici a Düsseldorf

Inizialmente Arnold Böcklin frequenta una scuola di disegno di Basilea, poi dal 1845 al 1847 studia pittura all’Accademia di Belle Arti di Düsseldorf, seguendo i corsi di Johann Wilhelm Schirmer (1807-1863).

Durante gli anni dell’Accademia conosce il pittore tedesco Anselm Feuerbach (1829-1880). I due daranno vita ad un’amicizia tutt’altro che pacifica. Sarà nel corso degli anni un rapporto piuttosto tormentato, soprattutto nel loro incontro a Roma negli anni Cinquanta.

L’influenza di Calame, di Costa e dell’antico

Dopo la prima formazione accademica Arnold Böcklin visita diverse città europee come Bruxelles e Anversa per studiare approfonditamente il Cinquecento e il Seicento fiamminghi.

Tra il 1847 e il 1848 soggiorna a Ginevra e compie un apprendistato nello studio del paesaggista svizzero Alexandre Calame (1810-1864).
Sempre nel 1848 si sposta a Parigi proprio nel momento dei moti rivoluzionari di febbraio e di giugno e nel frattempo studia l’opera di Thomas Couture (1815-1879) I romani della decadenza di un anno prima.

Torna a Basilea e vi rimane per circa due anni dedicandosi alla composizione di paesaggi alpini sulla scia di quelli del maestro Calame, fino a quando non decide di partire per Roma, città che gli permette di dare una sferzata alla sua formazione.

Qui infatti Arnold Böcklin conosce Nino Costa, mentre visita di frequente le campagne per ritrarle all’aria aperta, in una modalità di matrice simbolista: unisce al vero il sentimento della natura. Dopo diverse incursioni in Germania torna in Italia per lunghi periodi nel corso degli anni Sessanta: studia approfonditamente l’antico recandosi a Pompei e Napoli e raccogliendo tutte le suggestioni possibili.

Il Simbolismo di Arnold Böcklin

Nel corso degli anni pratica diverse tecniche pittoriche. Non usa soltanto l’olio, ma anche l’encausto e l’affresco. Negli anni romani si forma il tipico linguaggio simbolista di Böcklin.

L’artista frequenta gli stessi luoghi battuti per anni da coloro che avevano fatto il Grand tour, ma con lui si caricano di una valenza nuova, simbolica, immaginaria.
Fauni, ninfe, naiadi cominciano a popolare questi paesaggi che hanno ereditato il valore antico e mitologico del mediterraneo. Basta pensare a Medea del 1870 o a Lo spavento panico del 1860, ispirato alle campagne attorno Palestrina.

L’importanza della letteratura

Tra il 1866 e il 1871 vive a Basilea dove realizza una Pietà e gli affreschi delle pareti della scalinata del Museo di Basilea. Nella seconda metà degli anni Settanta è a Monaco e divide lo studio con il pittore Franz von Lenbach (1836-1904). Nel frattempo comincia a unire gli interessi pittorici a quelli letterari dando inizio al ciclo dedicato all’Orlando Furioso.

Quando si sposta a Firenze tra il 1874 e il 1885 realizza dipinti di omerica memoria (l’Odissea è il libro che tiene compagnia a Arnold Böcklin in ogni momento della sua vita), come Tritone e Nereide o Odisseo e Calipso del 1882 o l’Isola dei Morti in cinque versioni.

Nel 1889 partecipa alla mostra di In Arte Libertas esponendo Fantasia e Monti Parioli. Negli ultimi anni della sua vita, dopo l’infarto avuto nel 1892 vive tra la Liguria e Firenze e poi nella sua ultima casa a Fiesole.

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