Nino Costa

Nino Costa, A Rapallo - Tecnica: Olio su carta incollata su tela, 33 x 45 cm. Firmato in basso a sinistra "G. Costa"
A Rapallo. Tecnica: Olio su carta incollata su tela

Biografia

Nino Costa (Roma, 1826 – Marina di Pisa, 1903) appartiene a una famiglia della media borghesia romana. Suo padre possedeva un lanificio.
Partecipa alle campagne garibaldine e dopo la fine della Repubblica Romana si vede costretto ad andare via dalla città. Si ripara ad Ariccia dove alloggia nella pensione Martorelli.

Nel 1852 compra uno studio in via Margutta 33, ma nel 1859 riparte da Roma per entrare nelle fila dei Cavalleggeri di Aosta. Dopo la pace di Villafranca ritorna a Roma, ma passa prima per Pisa e Firenze dove entra in contatto con i Macchiaioli del Caffè Michelangelo. 

Qui conosce personalmente Giovanni Fattori (1825-1908) e Serafino De Tivoli (1825-1892).
Da questo momento in poi farà spesso la spola tra la sua città natale, la Toscana e l’Umbria, luoghi prediletti per le sue peregrinazioni artistiche.

Tra il 1862 e il 1863 Nino Costa è a Londra e subito dopo a Parigi per poi tornare in Italia per raggiungere Garibaldi a Mentana nel 1867. Lo accompagna a Firenze, dove sposa Maria Antonietta Miniati e dove rimane fino al 1870.

In questo anno decide di tornare a Roma per prendere parte alla Breccia di Porta Pia e porre finalmente fine allo Stato Pontificio. Uscito vittorioso da questa operazione, diventa subito consigliere comunale per Trastevere fino al 1877.

Golden Club, Scuola Etrusca e In Arte Libertas

Tra gli anni Settanta e Ottanta dà vita prima al Golden Club, poi alla Scuola Etrusca ed in fine all’associazione In Arte Libertas. Sono tutti cenacoli indirizzati all’osservazione diretta della natura, unita ad elementi misterici e simbolici. Sono molto legati all’arte inglese preraffaellita con cui Nino Costa era entrato in contatto a Londra.

Intorno agli ultimi anni dell’Ottocento inizia a dipingere con meno frequenza per motivi di salute. Nel 1902 Olivia Rossetti Agresti comincia a farsi dettare da Costa le sue memorie che poi confluiranno nella Biografia pubblicata nel 1904.
L’artista detta anche alla figlia Giorgina alcuni appunti di vita, come una sorta di diario che poi viene pubblicato molto tempo dopo, nel 1827. Muore a Marina di Pisa nel 1903.

Formazione

Da piccolo studia nel collegio dei Gesuiti di Montefiascone, poi nel collegio Bandinelli a Roma. Proprio qui comincia a ricevere i primi rudimenti di pittura e disegno da Luigi Durantini (1792-1857).

Nel 1845 abbandona il collegio per dedicarsi completamente all’arte: frequenta gli studi di Francesco Podesti (1800-1895) e di Francesco Coghetti (1801-1875) ed entra in contatto con Vincenzo Camuccini (1771-1844).

La pittura di paesaggio

Il contatto con i pittori inglesi

Quando Nino Costa si rifugia ad Ariccia dopo la caduta della Repubblica Romana, comincia a ritrarre dal vero le campagne circostanti: Tivoli e Cervara.
In seguito inizia a frequentare e ritrarre dal vero anche Anzio e Ardea. Lo fa con un gruppo di pittori non solo italiani, ma anche inglesi come Frederic Leighton (1830-1896), francesi come Hernest Hébert (1817-1908) e svizzeri come Arnold Böcklin (1827-1901).

In questo modo entra a far parte di quella cerchia di artisti attratta dalle bellezze paesaggistiche e archeologiche laziali e che raggiungeva il nostro paese per il Gran Tour.
È inevitabile che questi artisti portino con loro le caratteristiche del loro stile, non a caso è il pittore svizzero Emile David (1824-1891) che indirizza Nino Costa verso una pittura più semplice e tratta dal vero facendolo allontanare dal proposito di realizzare il dipinto di storia Cola di Rienzo ascende il Campidoglio seguito da trecento Regolanti.

La Scuola Etrusca

Tra il 1853 e il 1856 Costa inizia a frequentare George Mason (1818-1872), oltre che Frederic Leighton, e insieme a loro si reca a dipingere ad Ardea, Pratica di Mare, Tor Paterna.
Da qui nasce un sodalizio di amicizia e d’arte che prende il nome di Scuola Etrusca e che avrà effettiva e ufficiale formazione solamente anni dopo, nel 1883.
Sono di questo periodo Un giorno di scirocco sulla costa romana, Dieci minuti dopo calato il sole, sui colli Albani e il famoso Dormono di giorno per pescare di notte.

È proprio in questa fase di fermento teorico e pratico che, insieme ai suoi compagni, elabora l’idea che lo accompagnerà per tutta la vita, di un paesaggio tratto dal vero, ma «veduto attraverso il sentimento del pensiero». Quindi non mera e semplice realtà, ma anche simbolo.

Quando Nino Costa passa per Firenze nel 1859 al ritorno dalla campagna risorgimentale a seguito di Garibaldi, trova già attiva la rivoluzione verista toscana, ma non mancherà di dare il suo apporto attraverso il racconto delle sue esperienze en plein air nella campagna romana insieme ai preraffaelliti inglesi.

All’Esposizione Nazionale di Firenze del 1861 partecipa con la bellissima tela Donne che imbarcano legna al Porto di Anzio.
Il dipinto, già esposto alla Promotrice romana del 1856, ottiene subito un grande successo.

Il viaggio a Londra e a Parigi

Nel 1862 Costa si reca a Londra dove entra in contatto con i preraffaelliti. In particolare con il simbolista George Frederick Watts (1817-1904) e con il preraffaellita Edward Burne Jones (1833-1898).
Quando è di nuovo in città nel 1865 conosce George Howard (1843-1911), pittore preraffaellita e politico inglese. Con lui stringe una profonda e duratura amicizia che gli permetterà di affermarsi come artista anche in Inghilterra.

Quando approda a Parigi Costa arricchisce il suo bagaglio di influenze e suggestioni artistiche grazie al contatto con i realisti Camille Corot (1796-1875) e con Alexandre Gabriel Décamps (1803-1860). Insieme ai protagonisti della Scuola di Barbizon si reca nel bosco di Fontainebleau e inizia a pensare alla composizione del dipinto La Ninfa, poi terminato nel 1895 e di estrema importanza per la formazione del pensiero simbolista a Roma.

Il Golden Club

Nel 1870 dopo i vari viaggi, torna definitivamente a Roma e porta con sé La Ninfa iniziata in Francia. Quest’opera sarà simbolo di una ventata di cambiamento nell’arte romana in quel momento “dominata” da Mariano Fortuny (1838-1874) e dalla schiera dei pittori a lui ispirati.

Il dipinto è da esempio per molti artisti con cui Nino Costa organizza la mostra del Circolo Artistico Internazionale alla Casina del Pincio nel 1873. Vengono presentate opere di rottura, anti-ufficiali, di respiro europeo.

È proprio da questo cambiamento che nasce il Golden Club nel 1875. Il circolo rappresentava una serie di artisti italiani e inglesi accomunati dal voler unire alla natura il mistero, l’emozione, il racconto mitologico.

In questi anni, tra Roma e Bocca d’Arno in Toscana, Nino Costa realizza Leda e Frate Francesco e Frate Sole poi comprato da Howard nel 1886.
Proprio grazie al suo amico inglese, nel 1882 riesce ad organizzare una mostra personale a Londra con un’esposizione di sessantotto opere alla Fine Art Society.

In Arte Libertas

Dopo l’esperienza del Golden Club e della Scuola Etrusca, nata negli anni Cinquanta ma ufficialmente fondata nel 1883, frequentando la cerchia di artisti del Caffè Greco, dà vita ad una mostra ancora una volta anti-ufficiale nello Studio Giorgi in via San Nicola da Tolentino.

Con Nino Costa ci sono anche Giuseppe Cellini (1855-1940), Alfredo Ricci (1864-1889), Mario De Maria (1852-1902), Vincenzo Cabianca (1827-1902), Giulio Aristide Sartorio (1860-1932), Enrico Coleman (1846-1911).

Questo gruppo di artisti, dietro suggerimento di Cellini, prenderà il nome di In Arte Libertas e Nino Costa, insieme ad altri, sarà firmatario dello statuto nel 1890.

Intanto lavora ai sui dipinti sempre più intessuti di mistero e paesaggio, fino alla partecipazione alla Biennale di Venezia del 1895 con Ad Fontem Aricinum. Dopodiché comincia a diminuire la sua attività artistica per motivi di salute.

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