Mario De Maria

Mario De Maria. Venezia - Tecnica: olio su Cartone, 33 x 67 cm
Venezia. Tecnica: Olio su Cartone

Quotazioni Mario De Maria

I dipinti sono stimati in media tra i 2.500 e i 5.000 euro. Record raggiunto in asta sono gli 11.440 euro con il quale è stato aggiudicato il dipinto Sera d’estate a Parigi. Comunque cifre oltre i 10.000 euro possono spuntare i dipinti simbolisti del periodo romano o le scene più fantastiche ambientate a Venezia. Meno interessanti le opere realizzate in Germania che oscillano tra i 1.000 e i 4.000 euro circa. Il mercato del pittore è romano, emiliano e veneto. 

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Biografia

Mario De Maria (Bologna, 1852 – 1924) è figlio di un medico che lo vuole indirizzare agli studi di medicina. Ma De Maria si dedica sin da giovane all’arte e ben presto si iscrive all’Accademia di Bologna. Nel 1882 si trasferisce a Roma dove si avvicina subito al Simbolismo che si sviluppa prevalentemente attorno alla figura di Nino Costa.

Si sposta molto tra Berlino, Parigi, Roma e Venezia dove comincia a firmarsi “Marius Pictor”. In questo contesto si  avvicina sempre di più ad un Simbolismo di matrice nordica, in particolare a quello della Secessione viennese.

Proprio da questo momento, inoltre, sarà presente nelle sue tele quasi come cifra stilistica, il tema del notturno. Dopo gli anni Dieci Mario De Maria si ritira a vita privata ad Asolo e a Bologna, dove muore nel marzo del 1924.

La formazione a Bologna

Nel 1872 entra all’Accademia di Belle Arti di Bologna e ha come insegnante Antonio Puccinelli (Castelfranco di Sotto, 1822-Firenze 1897). In questi anni conosce Luigi Serra (Bologna, 1846-1888) con cui compie diversi viaggi in Italia e in Europa.

In Arte Libertas

Nel 1882 si reca a Roma insieme a Luigi Serra e qui intraprende la sua ricerca artistica indirizzandosi verso il linguaggio simbolista. Questo processo avviene grazie alla frequentazione degli artisti che animavano il Caffè Greco.
Gli stessi, dopo pochi anni, grazie a Nino Costa (Roma, 1826-Marina di Pisa, 1903), saranno membri dell’Associazione In Arte Libertas.

Alla sua seconda Esposizione del 1887, organizzata a Palazzo Doria, Mario De Maria presenta dipinti molto particolari ed innovativi che suscitano un discreto successo di pubblico. Nel frattempo realizza tre tavole per l’illustrazione dell’Isaotta Guttadauro di D’Annunzio.

In queste illustrazioni si fa interprete di un linguaggio legato alla letteratura gotica e al simbolismo internazionale, ma anche a stupefacenti atmosfere dense e macabre, costellate di teschi e nebbie fitte.

Basta osservare L’alunna  in cui una serie di scheletri fuoriescono da brumose nuvole oscure che sormontano una zona paludosa. Da queste tavole così caratteristiche ottiene un grande successo, tanto da vincere la medaglia d’oro all’Esposizione di Berlino nell’anno successivo.

Il viaggio a Parigi

In Germania sposa Emilia Voigt e comincia a stringere legami con artisti europei, ampliando ancora di più le sue conoscenze letterarie e artistiche. Durante un viaggio a Parigi si interessa alla fotografia e subito ne coglie l’enorme utilità in campo pittorico, ma anche in questo si differenzia dagli altri artisti.

Come evidenzia Bordini non usa le foto per copiarle, ma le scatta o le compra nei mercatini, parte dalla loro realtà e di fatto la quasi stravolge e le dota di atmosfere immaginarie. Così avviene per Donne al monte di pietà del 1884, immagine dall’intensa pateticità, tratta da una foto molto più realistica e meno monumentale.

Il viaggio a Venezia

Nel 1892 Mario De Maria si trasferisce a Venezia perché non si trova in accordo con la linea di ascendenza preraffaellita seguita da Costa. Preferisce un indirizzo più serio nel solco di un simbolismo tedesco e legato anche a memorie rembrandtiane.

Nella città lagunare comincia a firmarsi dal 1894, come “Marius Pictor” e stringe ancora di più amicizia con D’Annunzio ed Eleonora Duse. Si occupa dei lavori per l’organizzazione della prima Biennale e della realizzazione della facciata del padiglione principale, inaugurato nel 1895.

Mario De Maria. Il tema del notturno

È proprio in questo periodo veneziano che Mario De Maria comincia a dedicarsi più assiduamente al tema del notturno, già inaugurato a Roma. Questo caratterizza gran parte della sua opera e gli ha fa guadagnare il soprannome di “Mario delle lune”, inventato da D’Annunzio nel ricordo dell’epiteto italiano del pittore seicentesco olandese Gherardo delle Notti.

Si dedica a dipinti pervasi da un’atmosfera onirica e oscura e ricchi di riferimenti alla letteratura gotica e fantastica.Risale a quegli anni Effetto di luna (il chiostro dell’abbazia di San Gregorio), ma anche Luna sulle tavole di un’osteria, esposto alla Biennale del 1909 e ora conservato alla Galleria Nazionale di  Roma.

La tela risale a circa venti anni prima (esposta già nel 1886 per In Arte Libertas) ed è stata eseguita a Roma dopo una rissa con delitto, avvenuta in un’osteria ai Prati di Castello. Quello che permane è dunque un senso di fine, di indecifrabile significato di qualcosa che è appena avvenuto e ha lasciato il luogo in una magica e nascosta atmosfera sospesa, sotto i penetranti raggi della Luna.

Il dramma della morte della figlia Silvia

Questo senso di latente drammaticità emerge completamente dopo un tragico evento del 1905: Silvia la figlia dell’artista muore e questo genera in lui un periodo di grave crisi che lo porta al ricovero in una clinica svizzera.

Mario De Maria si riprende dopo circa quattro anni, con molta difficoltà, ritornando ad esporre a Venezia nel 1909, con il bellissimo dipinto Il fondaco dei turchi. Agli ultimi anni, appartiene ancora un dipinto notturno, Notte a Bergfeld del 1917, ora conservato alla Galleria Ricci Oddi di Piacenza.

Nelle campagne della Sassonia visitate in giovinezza, ritrae un gregge di pecore al pascolo, accanto a granai ed edifici tipici della campagna tedesca dai tetti spioventi.
Il tutto è circondato dall’atmosfera notturna caratterizzata dai chiari raggi di luna che filtrano dalle nuvole e illuminano delicatamente i contorni del paesaggio, in una fine ricerca della luminosità che sembra ricalcare i modelli seicenteschi.

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