Emma Ciardi

Emma Ciardi. Gran Canale a Venezia. Tecnica. Olio su tavola. Firmato in basso a destra “E. Ciardi Venezia 1922”
Gran Canale a Venezia. Tecnica. Olio su tavola. Firmato in basso a destra “E. Ciardi Venezia 1922”

Quotazioni Emma Ciardi

I dipinti ad olio su tavola di piccole e medie dimensioni sono stimati tra i 1.000 e i 5.000 euro in media. I dipinti più interessanti sono quotati tra i 10.000 e i 15.000 euro circa. Punte superiori possono realizzare le ricche vedute di Venezia con molti personaggi e stile impressionista. Meno ricercate le composizioni in abito settecentesco e o ambientate in parchi e giardini (in particolare Boboli). L’area di collezionismo è veneta e inglese, in particolare per le vedute realizzate in Gran Bretagna nel 1910. Si raccomanda di contattare i nostri esperti per ricevere una stima gratuita e aggiornata. Le cifre sono solo indicative perché vincolate al periodo, alla tecnica, al soggetto descritto, ecc… 

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Biografia

Emma Ciardi (Venezia, 1879 – 1933), figlia di Guglielmo Ciardi (1842-1917) e sorella minore di Beppe Ciardi (1875-1932), viene avviata alla pittura sin da bambina. Influenzata inizialmente dalla poetica paterna, si dedica a vedute veneziane e a soggetti della campagna veneta.

Raggiunge però ben presto una propria autonomia espressiva, che già si può notare nell’anno del suo esordio, il 1900. Si tratta dell’anno della partecipazione all’Esposizione Universale di Parigi, quando Emma Ciardi ottiene immediatamente le lodi della critica internazionale.

Dopo tre anni avviene il suo esordio italiano alla Biennale di Venezia, in cui poi esporrà per molti anni, insieme al fratello Beppe. Emma Ciardi si fa subito interprete di una pittura personalissima, costituita da una pennellata densa, carica di colore, vibrante nella sua luminosità.

La laguna veneziana è uno dei suoi soggetti prediletti, insieme a dipinti di matrice neosettecentesca. La trattazione di tematiche così piacevoli però viene affiancata sempre da una pittura consapevole, critica, non patinata e leziosa, ma sempre corposa e piena, palpabile.

Il successo in Italia e all’estero

Vedute di Venezia dal taglio moderno e quasi fotografico appaiono nel repertorio di Emma Ciardi, che ottiene gradualmente un enorme successo. Viene apprezzata non solo dalla critica della Biennale, ma anche da collezionisti e mercanti europei, soprattutto per la sua libera visione en plein air di Venezia.

Uno spiccato luminismo che gioca sui contrasti cromatici e sulla pennellata ricca genera una pittura briosa, affascinante, proprio come quella dei vedutisti settecenteschi. Con una differenza: Emma Ciardi lavora sull’impressione immediata e veloce, con un linguaggio moderno ed internazionale. Ottiene grande successo in Francia e in Germania, vince la medaglia d’oro a Monaco nel 1905 ed espone in una personale a Parigi nel 1914.

Il mercato inglese e americano

La vera e propria svolta giunge negli anni Venti, quando Emma Ciardi, come una moderna Rosalba Carriera (1675-1757), si apre al fiorente mercato del collezionismo inglese. Nel 1910 è protagonista di una personale presso le Leicester Gallery di Londra.

Negli anni Venti Emma Ciardi si affaccia con grande successo al mercato americano: nel 1922 espone al Brooklyn Museum di New York. Stipula un contratto di vendita in esclusiva con la Howard Young Gallery, sempre a New York, nel 1923. È il decennio d’oro della pittrice, che non tratta più soltanto soggetti veneziani, ma anche vedute urbane e agresti inglesi.

Negli ultimi anni, piena di successi, si ritira nella villa di Refrontolo, nella campagna trevigiana, continuando a dedicarsi alla pittura. Dal 1930 si ammala, perciò smette di dipingere. Muore a Venezia nel 1933.

Gli esordi: tra vedute veneziane e scene neosettecentesche

Dopo il successo all’Esposizione Universale di Parigi del 1900, che segna il suo esordio, Emma Ciardi espone alla Biennale di Venezia del 1903. Vi presenta Fra ombra e sole, il dipinto che segna la separazione dai temi paterni e l’inizio di una poetica del tutto personale, dedicata ai temi del Settecento veneziano.

Da questo momento in poi, esporrà alla Biennale fino al 1932, anno che precede la sua morte, diventandone un’orgogliosa rappresentante. Nel 1905 vi espone Fontana di Venere e Villa d’Este, mentre nel 1908, invia all’Esposizione di Milano la serie dedicata alle Voci degli antichi giardini.

Vedute luminosissime e tagli ravvicinati e particolari arricchiscono il repertorio di Emma Ciardi che alla Biennale del 1907 presenta Parole antiche e San Marco. Si nota subito come l’impressione subitanea e rapida della visione sia colta per mezzo di un cromatismo vivo e acceso, osservato in lunghe sessioni en plein air, anche dalle barche in Laguna.

Nel 1918, presso la Galleria Pesaro si tiene una sua personale, in cui compaiono quasi duecento dipinti dedicati soprattutto alla sua Venezia. Ne sono esempio Giardino alla Giudecca, La Punta della Dogana, La Salute, Laguna verde.

Emma Ciardi: la maturità artistica

Tra i dipinti presentati alla Galleria Pesaro, compaiono le prime vedute dedicate all’Inghilterra. Il successo di Emma Ciardi all’estero sta per superare quello italiano, data la sua vasta clientela in Inghilterra, Francia e America. Tra le vedute, sono degne di nota La colonna di Nelson, Un giardino a Londra, Rododendri di Hyde Park, I giardini di Kensington e Waterloo Bridge.

In questi dipinti, la precisione ottica quasi scompare per lasciare il passo ad una pittura delle impressioni veloci e contingenti, estremamente temporalizzate. Come avviene nel dipinto Luce di maggio che Emma Ciardi espone insieme a Giudecca e San Marco alla Biennale del 1920.

Nel 1922 vi presenta Il saluto del sole, Fiaba galante e Luce d’aprile, ma l’anno successivo è protagonista di un’importante individuale di nuovo alla Galleria Pesaro. I trenta dipinti presentati sono sempre caratterizzati dalla ricerca cromatica, nel rispetto dei temi prediletti dalla pittrice.

Non abbandona mai le vedute della sua Venezia e della campagna trevigiana e non esclude ancora le scene di genere neosettecentesche. Le vedute si fanno sempre più libere e sciolte, in un’interpretazione modernissima del vedutismo veneziano. Dedica gli ultimi tempi ad una serie di Vedute del Castello e Parco di Chilham di Sir Edmund Davies, nel Kent, poi esposte alla sua ultima Biennale, nel 1932.

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