Domenico Ammirato

Domenico Ammirato. Veduta di Amalfi - Olio su Tela
Veduta di Amalfi. Tecnica: Olio su Tela

Biografia

Domenico Ammirato (Napoli, 1833 – dopo il 1891) si forma presso il Real Istituto di Belle Arti di Napoli, sotto la guida di Gabriele Smargiassi (1798-1882). Ben presto dunque, si avvia alla pittura di paesaggio, seguendo per lungo tempo i precetti del maestro.

Assecondandolo nello stile in parte accademico e in parte ispirato dalla libertà luministica della Scuola di Posillipo, è stato autore di numerose vedute del Golfo di Napoli, di Posillipo e di Sorrento.

Notato dal conte d’Aquila Luigi Borbone, viene chiamato a Palazzo Campofranco per impartire lezioni di disegno ai suoi figli. Versato nell’insegnamento, diviene professore ordinario di pittura all’Istituto Internazionale di Napoli.

Nel frattempo, Domenico Ammirato si dedica all’elaborazione di piccole vedute su tavoletta destinate al mercato dei turisti di passaggio a Napoli. Espone regolarmente alle Biennali Borboniche e poi alle Promotrici napoletane dal 1848 al 1891.

È attestata la sua partecipazione all’Esposizione di Firenze del 1875 e a quella di Palermo del 1892. Per quanto riguarda la sua vita privata, non sono molte le notizie che ci sono pervenute. Non è chiara nemmeno la data di morte, che viene comunque posizionata a dopo il 1892.

Domenico Ammirato: vedute romantiche del Golfo di Napoli

Fortemente legato al linguaggio di Gabriele Smargiassi, Domenico Ammirato, ancora studente vince il primo premio nella classe di pittura, ottenendo l’esonero dalla leva militare. Esordisce alla Biennale Borbonica del 1848. 

Vi espone lo studio Posillipo e Mergellina dalla via Crucis di Santa Maria in Portico, mettendo in atto lo stile ereditato dal maestro. Come pittore di paesaggio, formatosi nell’ambiente di Antoon Sminck van Pitloo (1790-1837),

Smargiassi risulta comunque più tradizionale di un Giacinto Gigante (1806-1876). Insegnante di paesaggio dal 1837, propone, accanto allo studio dal vero, modelli classici come Philipp Hackert (1737-1807).

L’impressione en plein air è fondamentale, ma importante è anche la sua rifinitura nello studio. Ecco che la veduta di Smargiassi risulta sostanzialmente più tradizionale e accademica di quella di altri esponenti della Scuola di Posillipo.

L’influenza del maestro Smargiassi

L’impostazione con le quinte arboree che inquadrano paesaggi pervasi da una luce rosata o dorata, donando una sensazione di  , viene adottata da numerosi allievi di Smargiassi, tra cui Domenico Ammirato.

Ne deriva un chiaro richiamo alla veduta romantica, ricca di spunti luministici e cromatici molto apprezzati dal pubblico. Alla Mostra Borbonica del 1851 l’artista presenta l’emozionante Veduta di Napoli da Capodimonte al tramonto del sole, mentre nel 1859 Veduta del tempio di Venere a Baja.

Dopo l’Unità d’Italia, Domenico Ammirato continua ad esporre a Napoli, partecipando alle mostre della Promotrice. Nel 1863 presenta Mergellina veduta dalla Villa Nazionale e Veduta del Chiatamone dalla Villa Nazionale. L’anno successivo espone Napoli dall’altura di Sant’Antonio a Posillipo e nel 1867 Una terrazza nelle vicinanze di Napoli.

Una serie di libere e luminose impressioni dal vero fanno la loro comparsa nelle mostre degli anni Settanta. Ne sono esempio Napoli da Villanova (1871) e Napoli da Chiaia in riva al mare (1873).

All’Esposizione di Firenze del 1875 Domenico Ammirato invia Capo di Serra della marina piccola, Tempio di Venere a Baja, Marchiaro a Posillipo (chiaro di luna). Marina piccola di Sorrento compare a Napoli nel 1879, mentre Ruderi a Posillipo nella sua ultima Promotrice del 1891. L’anno successivo a Palermo presenta una serie di quattro marine.

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