Francesco Vinea

Francesco Vinea. Il Tè del Pomeriggio (dettaglio). Tecnica: Olio su Tela
Il Tè del Pomeriggio (dettaglio). Tecnica: Olio su Tela

Biografia

Francesco Vinea (Forlì, 1845 – Firenze, 1902) si trasferisce a Firenze in tenera età e a quattordici anni viene iscritto dalla famiglia all’Accademia di Belle Arti. Vi segue corsi Enrico Pollastrini (1817-1876), ma si allontana molto presto dalla pittura romantica per divenire rappresentante della pittura di genere in costume.
Purtroppo, poco tempo dopo, è costretto a lasciare l’Accademia per una serie di difficoltà economiche che lo portano a intraprendere l’attività di illustratore.

Il guadagno è sicuro, ma d’altra parte Vinea da questo lavoro provvisorio può anche trarre alcuni benefici: copiando opere del passato svolge uno studio approfondito dell’arte italiana del XVII e XVIII secolo.

Nel frattempo, lavora anche in uno studio fotografico e continua la sua produzione di opere di ricostruzione storica. I temi sono leggeri e accattivanti, ma la pittura è aggiornata alle novità dei Macchiaioli che frequenta al Caffè Michelangelo alla fine degli anni Cinquanta.

Il legame con i mercanti d’arte

Il colorire è brioso e affascinante, i dettagli sono vezzosi, le scene raffigurate sono squisitamente frivole e mondane, sulla scia di Jean-Louis Ernest Meissonier.
La ricostruzione del XVIII secolo su cavalletto è graditissima al mercato internazionale. Quindi Francesco Vinea comincia ad inviare i suoi dipinti alle esposizioni non solo italiane, ma anche europee.

In questo modo, fa conoscere la sua leziosa pittura di genere ai mercanti d’arte più importanti, tra cui Adolphe Goupil a Parigi e Luigi Pisani a Firenze.
Diventa richiestissimo e molto famoso. Ha uno studio in viale Principe Eugenio a Firenze che racchiude come uno scrigno oggetti da collezione, dagli arazzi ai vasi orientali, dalle ceramiche alle sculture antiche.

È un pittore instancabile, partecipa ad un vasto numero di esposizioni italiane ed europee ma lavora anche e soprattutto su committenza privata. Nel pieno del successo, ancora impegnato nell’esecuzione di diversi dipinti, muore a Firenze nel 1902, a soli cinquantasette anni.

Francesco Vinea. La pittura di genere in costume

Negli anni in cui ancora frequenta l’Accademia e in quelli immediatamente successivi, si allontana dal romanticismo storico del maestro Pollastrini e si avvicina alla pittura di genere in costume. I secoli che predilige ricostruire sono il XVII e il XVIII, ponendosi sulla strada del francese Meissonier e dello spagnolo Mariano Fortuny (1838-1874).
I particolari degli abiti delle fanciulle sono dettagliatissimi, come le ambientazioni. Il colore è sontuoso e acceso, la tecnica perfetta.

I temi però sono assolutamente privi di un significato profondo: sono raffigurate scene leggere per puro gusto estetico del collezionista di turno.
La tavolozza variegata e il disegno disinvolto accompagnano nobildonne che prendono il tè, che passeggiano nel parco con i propri graziosi animali domestici, scene di interni piacevoli e di facile lettura.

Il successo in Italia e all’estero

Francesco Vinea esordisce a Firenze all’Esposizione Nazionale del 1861 con Ritratto muliebre (disegno dal vero), dipinto che in un certo senso anticipa anche la sua passione verso il nudo femminile. Il suo talento viene subito riconosciuto: nel 1863 riceve la committenza di un Michelangelo che recita i suoi versi a Vittoria Colonna, per gli appartamenti reali di Palazzo Pitti.

Dagli anni Settanta invia le sue scene di genere alle mostre europee, facendosi conoscere con Le primizie, La mia Fanny, Un paggio alla corte dei Medici. Nel 1871 presenta a Napoli La mia donna e il mio cane, La lettera amorosa, La tranquillità. I suoi quadri vengono richiesti sia da Goupil che da Pisani, con cui stringe un contratto.

Il successo viene raggiunto da Vinea in brevissimo tempo con dipinti quali Colazione in campagna, Corteggio nuziale, Fra i pampini, Interno d’osteria, Al pianoforte, Il tè del pomeriggio. Famosi sono anche i dipinti di ricostruzione come Moschettieri e Duello e le intime scene amorose come Peccati voluttuosi, Un appuntamento e Una parola d’amore.

La leggiadria del tocco pittorico e un’atmosfera costantemente festosa pervade le scene che si svolgono delicati giardini fioriti in cui le fanciulle prendono il tè o il caffè, come avviene in Giovinetta in giardino, La tazza di caffè, La pittrice. Invece, i nudi in cui l’artista si esprime al meglio sono Una bagnante solitaria, Nudo di donna e Odalisca.

Incursioni nel paesaggio naturalista

Accanto alle più frequentate scenette in costume, Francesco Vinea realizza anche una serie di dipinti di paesaggio o di genere a tema pastorale e agreste. Contadini e figure immersi in paesaggi che denunciano un chiaro legame con il verismo toscano sono presenti in diversi dipinti.

Ne sono esempio A Lerici, Sul lago, Paesaggio con figura, Paese, Contadina nel vigneto. Qui il pittore appare più sciolto dai dettami della moda internazionale e più indirizzato verso un naturalismo semplice e privo di orpelli.

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