Michele Gordigiani

Michele Gordigiani. Ritratto di Signora Inglese (dettaglio). Tecnica: Olio su tavola , 37 x 27 cm
Ritratto di Signora Inglese (dettaglio). Tecnica: Olio su tavola , 37 x 27 cm

Biografia

Michele Gordigiani (Firenze, 1830 – 1909) figlio di un musicista, viene avviato ben presto allo studio dell’arte. Ha una formazione prettamente purista: studia con Lorenzo Bartolini (1777-1850) e con Luigi Mussini (1813-1888) all’Accademia di Belle Arti di Firenze.

Ben presto, però, Gordigiani si separa dall’impostazione purista, quando inizia a frequentare il Caffè Michelangelo. Vi conosce Silvestro Lega (1826-1895) con cui stringe amicizia, ma non sarà mai completamente rapito dall’uso della macchia.

In effetti, il suo genere identificativo è quello del ritratto, che mal si accompagna con l’idea della sintesi macchiaiola, soprattutto nella necessità di assecondare i desideri dei committenti borghesi e nobili.

Una lunga serie di successi

Nonostante l’amicizia con i Macchiaioli, quindi, Michele Gordigiani rimane legato ad una pittura personale, che proviene sicuramente dal disegno purista, ma che si aggiorna alle novità portate dal vento del verismo. Esordisce a Firenze nel 1853 con un ritratto e vi esporrà per molti altri anni, sempre lo stesso genere, ottenendo un immediato e duraturo successo.

Ben presto, Michele Gordigiani riceve una serie di committenze dalla famiglia sabauda, per cui diventa ritrattista ufficiale della casata. La sua febbrile attività lo porta a lavorare incessantemente, grazie anche alle numerose committenze che riceve in area toscana.

Tra Firenze, Parigi e Londra

Ormai nel pieno del successo, il ritrattista compie numerosi soggiorni in Italia ed in Europa. Nel 1861 decide di stabilirsi a Parigi per qualche tempo, città che sceglie anche come base per spostamenti ulteriori. Infatti, nel 1867 parte per Londra, dove viene incaricato di eseguire il ritratto della Regina Vittoria e del principe Alberto.

Nell’Italia Unita, diventa anche il ritrattista prediletto dei nuovi intellettuali e liberali, dunque, il suo successo non conosce tregua. La sua pittura è pulita, aggraziata, carica di classicismo e allo stesso tempo di accenti moderni delle espressioni e delle pose.

L’interpretazione luministica e cromatica è la prima caratteristica che richiama l’attenzione dello spettatore, attratto dalle sapienti soluzioni compositive di Michele Gordigiani.

Dopo aver partecipato con regolarità alle esposizioni italiane ed inglesi, Michele Gordigiani arriva ad esporre alla Biennale di Venezia del 1897. Nel 1900, ormai alla fine della sua carriera, compie un viaggio in America: la sua fama di ritrattista è giunta anche oltreoceano. Ancora nel pieno del successo, muore a Firenze, nel 1909.

Michele Gordigiani: il ritrattista del secondo Ottocento

Si può tranquillamente affermare che Michele Gordigiani è stato il ritrattista più affermato e richiesto del secondo Ottocento, non solo in Italia, ma anche all’estero. La sua pittura ricca di suggestioni luministiche e la stesura candida e leggiadra conferiscono ai ritratti quell’equilibrio che contraddistingue il pittore fiorentino.

Esordisce a Firenze nel 1853 con un Ritratto virile, mentre l’anno successivo espone Ritratto di un ufficiale della Gendarmeria. Nonostante sia legato da profonda amicizia a Silvestro Lega, Michele Gordigiani non ne condividerà mai la sintesi cromatica macchiaiola, pur attentissimo alla resa della luce.

All’Esposizione di Firenze del 1861, mostra che lo rende noto agli occhi della critica, molto entusiasta, presenta ben sei opere. Ritratto d’un prete francese, Ritratto di Gioacchino Costa, Ritratto della contessa Tolomei nata Ricci, Ritratto femminile, Ritratto d’un bambino e Silvestro Lega. Poco prima, aveva eseguito il ritratto del pittore piemontese Ludovico Raymond e il suo Autoritratto, sensibilissimo alla luce.

Nello stesso anno, Michele Gordigiani, su incarico del principe di Carignano esegue il Ritratto di di Vittorio Emanuele II. Di poco tempo dopo è il Ritratto del Conte di Cavour. Per alcuni anni, non partecipa alle esposizioni italiane, dal momento che si stabilisce a Parigi e poi a Londra, per ritrarre la coppia reale.

Ma rientrato in Italia, nel 1870 espone a Parma Ritratto d’uomo e Ritratto di donna e nel 1877 prende parte all’Esposizione Nazionale di Napoli con Un paggio dell’epoca di Luigi XIII re di Francia. Il Ritratto di Enrico Necioni e quello del Priore di Pulicciano compaiono alla Festa dell’Arte e dei Fiori di Firenze del 1896.

In questi anni, Michele Gordigiani si dedica anche a soggetti di genere e a paesaggi di ispirazione macchiaiola, come si nota dal dipinto Mattiniera presentato alla Biennale di Venezia del 1897. Ma nonostante la forza cromatica di queste sperimentazioni, la vocazione di ritrattista rimane rendendolo famoso perfino in America.

Numerosi suoi ritratti sono conservati in collezioni private toscane, mentre il Ritratto della madre, compare postumo alla Biennale di Venezia del 1928.

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