Pierre Félix Cottrau

Pierre Félix Cottrau. Scena in Riva al mare. Tecnica: Olio su carta, 35 x 20 cm
Scena in Riva al mare. Tecnica: Olio su carta

Biografia

Pierre Félix Cottrau (Parigi, 1799 – 1852) è figlio del Segretario perpetuo dell’Accademia di Belle Arti di Napoli e presidente della Filarmonica Guglielmo Cottrau. Si forma con Costanzo Angelini (1760-1853), artista neoclassico che lo avvia alla pittura di storia. Alla prima esposizione Borbonica cui partecipa però non presenta soltanto opere storiche, ma anche alcune vedute.

Rimane a Napoli fino alla fine degli anni Venti, per poi passare un breve periodo a Roma e successivamente trasferirsi a Parigi negli anni Trenta.

Espone assiduamente al Salon vincendo numerosi premi e ottenendo la Legion d’Onore nel 1846. Diviene Inspecteur des Beaux Arts a Parigi e ottiene diversi successi non solo in Francia, ma anche nel resto d’Europa.

Secondo molti è stato maestro di Gabriele Smargiassi (1798-1882), ma adesso si tende più a pensare che tra loro vi fosse un intenso rapporto di amicizia. A Napoli, inoltre, entra sicuramente in contatto con i francesi impegnati nel Grand Tour e di passaggio nella città partenopea.

Conosce François-Marius Granet, Joseph-Boniface Franque e Louis de Forbin che di certo lo influenzano nella scelta di una chiave romantica e suggestiva del paesaggio.

Salvatore Di Giacomo racconta della passione per la musica che caratterizza Pierre Félix Cottrau. Del resto, il padre Guglielmo era stato compositore e uno dei fondatori della canzone napoletana autoriale di fine Ottocento. Un gran numero di dipinti di Cottrau è conservato in diversi musei francesi, come quello di Calais, quello di Bordeaux e di Reims. Muore a Napoli nel 1852.

Pierre Félix Cottrau. La pittura di storia

Pierre Félix Cottrau si forma con Angelini inoltrandosi inevitabilmente nella pittura di storia. Anche se accompagnerà poi questo genere alla pittura di paesaggio per cui è soprattutto ricordato, l’artista per tutto il corso della sua carriera realizzerà dipinti di storia.

Esordisce alla Mostra Borbonica del 1826 con due vedute e con una scena storica di un Lanciere che smontato da cavallo si disseta in un vaso d’acqua, che gli appresta una donna di campagna.

All’esposizione Pierre Félix Cottrau vince la medaglia d’argento di prima classe, seguita poi da molti altri premi simili, come la medaglia d’oro di seconda classe ottenuta al Salon del 1827. È proprio in questa occasione che presenta solamente ritratti e dipinti di storia, lasciando da parte il paesaggio.

Gran parte dei suoi dipinti di storia sono conservati in musei francesi. Ad esempio Lenore, tema tratto dalla ballata di Bürger, si trova al Museo di Calais. Già qui si delinea il carattere fantasioso e immaginifico di Cottrau, dato che la ballata è stata considerata dal Giovanni Berchet una delle opere fondanti del Romanticismo.

Anche la Visione di Sant’Uberto si trova in Francia, proprio come il San Filippo appare all’imperatore Teodosio conservato nella chiesa di St. Jaques-du-Haut-Pas di Parigi. L’ultimo dipinto eseguito dall’artista, gli viene commissionato dal re d’Olanda e si tratta ancora una volta di un’opera storica: L’inaugurazione della statua di Guglielmo il Taciturno.

Le vedute romantiche: l’importanza della luce

All’esposizione Borbonica del ’26, insieme al dipinto di storia prima citato, Pierre Félix Cottrau presenta due vedute partenopee: Veduta. Pesca sotto Castel dell’Ovo (Napoli, Museo di Capodimonte) e Veduta della parte interna della Grotta di Posillipo. Entrambi i dipinti sono stati poi acquisiti dalla Casa Reale.

Molto amico di Smargiassi, Cottrau ne condivide la concezione romantica del paesaggio. Sebbene infatti Smargiassi sia stato esponente della Scuola di Posillipo, rispetto a Antoon Sminck van Pitloo (1790-1837) e a Giacinto Gigante (1806-1876) preserva le caratteristiche della veduta classica. Tra di esse, la costruzione del paesaggio attraverso una serie di piani paralleli, l’uso di quinte arboree e l’elaborazione della luce alla Lorrain.

È soprattutto quest’ultimo elemento che lo accomuna a Pierre Félix Cottrau, che utilizza la luce dandole un valore importantissimo. La usa per creare degli effetti particolari sulla natura o sui personaggi delle scene storiche. È spesso accecante nei suoi riflessi nell’acqua o luccicante dietro un brumoso strato di nuvole notturne.

Dunque, il buio, la luce che squarcia le tenebre e i suoi riflessi sugli oggetti vengono utilizzate in modo scenografico, seguendo la maniera della veduta romantica. Un esempio di questa espressione è Veduta di giardino con grotta, in cui il ruolo della luce è sicuramente il protagonista della composizione.

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