Domenico Quattrociocchi

Domencio Quattrociocchi. Popolani nella Campagna Palermitana. Tecnica: Olio su tavola, 25 x 35 cm
Popolani nella Campagna Palermitana. Tecnica: Olio su tavola. Firmato in basso a destra “D. Quattrociocchi”

Biografia

Domenico Quattrociocchi (Bagheria, 1872 – Roma, 1941) si forma a Palermo nello studio di Francesco Lojacono (1838-1915) e di Salvatore Marchesi (1852-1926). Riprendendo soprattutto i modi di Lojacono, si specializza ben presto nella pittura di paesaggio, luminosa, ampia e dalla pennellata sciolta e costruttiva.

Il trasferimento a Roma

Nel 1895, si sposta a Roma per frequentare la Scuola Libera del Nudo e, dopo un breve viaggio di studio a Venezia, nel 1900 avviene il suo definitivo trasferimento nella Capitale. Nel corso della sua carriera romana, Domenico Quattrociocchi mantiene sempre l’impronta del maestro siciliano, pur adottando una pennellata più carica e vistosa.

Famose sono le sue tavolette dedicate alle vedute palermitane, rimaste nella memoria dell’autore, che tra l’altro tornerà più volte nella sua regione, o piacevoli vedute della campagna romana. Spesso, si dedica anche a dipinti a soggetto animalier, sempre di ambientazione rurale, dal carattere idilliaco e permeato da una luce soave.

Insieme alla pennellata costruttiva risulta importantissima l’attenzione di Domenico Quattrociocchi alla descrizione dettagliata della realtà, in un naturalismo di sapore ottocentesco, che mantiene per gran parte della sua produzione.

Esordisce all’Esposizione di Milano per il Traforo del Sempione del 1906, per poi partecipare a due edizioni della Biennale di Venezia e alla Secessione romana del 1914 e del 1915. Negli anni Trenta, invece, prende parte soprattutto alle mostre del Sindacato Fascista del Lazio.

La cifra stilistica del pittore rimane coerente a se stessa per molti anni, raggiungendo a Novecento inoltrato anche una certa monotonia tematica. L’interpretazione lirica e suggestiva della campagna romana, nella visione personalissima dell’autore, rimane comunque distintiva nelle opere di Domenico Quattrociocchi, insieme all’approccio tonale brillante e alla sicura spontaneità compositiva.

Espone fino al 1940 e muore a Roma l’anno successivo, a sessantanove anni. Diversi suoi dipinti sono conservati alla Galleria Nazionale di Roma e altri presso la Galleria Civica di Palermo e di Bagheria. Gran parte della sua produzione, però, appartiene a collezioni private siciliane.

Domenico Quattrociocchi: i paesaggi siciliani e della campagna romana

Al suo esordio presso la Mostra milanese del 1906, Domenico Quattrociocchi espone i paesaggi Dalla montagna e Meriggio. Nel 1909, partecipa alla sua prima Biennale di Venezia con il suggestivo e lirico dipinto Brezza mattutina.

La sua pennellata risulta brillante e in grado di sorreggere l’intera composizione grazie a sapienti e ben calibrati accostamenti tonali. Impressione e Verso il riposo compaiono all’Esposizione napoletana del 1911.

Partecipa alla Secessione romana del 1914 con un dipinto di figura dal sapore moderno, Il viandante. Mentre a quella successiva del 1915 presenta il toccante Tempo piovoso, un paesaggio in cui compaiono in primo piano nodosi pini scuri, attraverso i quali possiamo vedere la campagna retrostante immersa nella pioggia grigia.

Domenico Quattrociocchi partecipa alla sua seconda e ultima Biennale nel 1922, presentando Effetto di luce e Lontano, lontano. Dopo una pausa dall’attività espositiva, ritorna alla Mostra sindacale romana del 1930 con Paese e nel 1940 con Paesaggio, Piazza s. Bartolomeo e Mucche.

Dopo la sua morte, si tiene un’antologica a lui dedicata alla Sindacale del Lazio del 1942, in cui compaiono venticinque sue opere veramente rappresentative. Quelle dedicate a Roma e alla campagna circostante e quelle ispirate invece dalla sua lontana Sicilia.

Ne sono esempio Piazza del Popolo, Facocchio a Ponte Milvio, Paesaggio palermitano, Piazza Navona, Veduta di Monte Mario, Campagna romana, Mucche alla stalla e Al mercato. Quiete e Crepuscolo fanno parte della collezione della Galleria Nazionale di Roma.

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