Salvatore Valeri

Salvatore Valeri. Carovana Araba, 1906. Tecnica: Olio su tela
Carovana Araba, 1906. Tecnica: Olio su tela

Biografia

Salvatore Valeri (Nettuno, 1856 – 1946) si forma a Roma, presso l’Accademia di San Luca, studente di Cesare Maccari (1840-1919). Molto giovane, decide di intraprendere un viaggio in Medio Oriente. Per alcuni anni, giunto in Turchia, si mantiene vendendo le sue impressioni di genere orientalista, ma allo stesso tempo inizia ad insegnare pittura nelle diverse città in cui si sposta.

Viaggiatore instancabile e pittore vivace ed energico, Salvatore Valeri si divide per molti altri anni tra l’insegnamento e la pittura, incessantemente impegnato in qualche composizione, senza mai stare fermo.

Costantinopoli

La sua curiosità lo fa vagare di città in città, fino a quando, nel 1880, non giunge a Costantinopoli, il luogo che considera sin da subito la sua seconda casa e che lo accoglie meravigliosamente.

La pittura orientalista e luminosa di Salvatore Valeri viene subito notata dall’ambasciatore britannico Lord Dufferin che fa organizzare per l’artista un’esposizione ufficiale, durante la quale il Sultano Abdul Hamid II si interessa alle sue opere. Ben presto, il pittore viene nominato insegnante dell’appena creata Scuola di Belle Arti di Costantinopoli, di cui risulta direttore dal 1883 al 1915.

Ma, soprattutto, diviene precettore dei tre figli del sultano, ottenendo la nomina di Şehazadelerin öğretmeni, “insegnante dei principi”.

Ben presto, il ruolo del pittore a corte diviene fondamentale e, continuando ad essere apprezzato ampiamente come insegnante e come artista, Salvatore Valeri ottiene dal Sultano il grado di Bey e quindi si ritrova, di fatto, ad essere tra gli alti funzionari della Casa.

La pittura e l’insegnamento

Nel frattempo, continua a dipingere dedicandosi soprattutto ai ritratti della famiglia del Sultano, realizzati con grande attenzione alla resa psicologica, ma anche alle consuete scene orientaliste, caratterizzate da una pennellata delicata e trasparente, animata da un tocco veloce e vibrante, ricchissimo di luce.

È stato insegnante di numerosi artisti turchi poi divenuti famosi e a Costantinopoli è stato insignito di diversi premi ed onorificenze, come la Gran Medaglia per i servigi resi allo Stato. La presenza di Salvatore Valeri è certificata a Costantinopoli fino al 1915, quando, in concomitanza con la Prima guerra mondiale, viene sospeso dall’insegnamento.

Probabilmente, rimane in Turchia con la sua moglie armena Maria Lekegian fino al 1916, per poi rientrare in Italia proprio a causa del genocidio armeno. Dopodiché, non sono molte le notizie biografiche che si riferiscono all’autore.

Si sa per certo che rientra a Nettuno, dove apre una scuola di pittura che tiene per diversi anni. Muore nella sua città di nascita, nel 1946, a novant’anni, dove è sepolto nel cimitero di S. Maria del Quarto, vicino al mare.

Salvatore Valeri: il pittore di corte del sultano a Costantinopoli

L’arrivo di Salvatore Valeri a Costantinopoli costituisce la svolta fondamentale della sua vita. Non abbiamo molti punti di riferimento per la cronologia delle sue opere, perché l’artista non ha mai partecipato ad esposizioni italiane.

Sappiamo, però, che a Costantinopoli, quando entra nell’entourage della corte del Sultano, si dedica prevalentemente alla ritrattistica celebrativa, trattata con grande consapevolezza del ruolo e soprattutto con una speciale attenzione ai sentimenti del personaggio rappresentato.

Tra i ritratti di maggiore rilievo si può sicuramente annoverare quello di Guglielmo II di Germania, in viaggio a Costantinopoli e ospite del Palazzo del Sultano poco prima dello scoppio della Prima guerra mondiale.

Oltre ai ritratti imperiali, ci sono pervenute naturalmente numerose scene orientaliste, molto gradite al mercato del tempo. Tra le più importanti vi sono La zingara, Acquaiolo, Uomo che suona la chitarra, Zingara che balla, Vecchio condottiero di cammelli, Un cavaliere, Partenza per la guerra, Trasporto di un ferito e Arrivo di una carovana in un villaggio.

Il dipinto La carovana nel deserto viene esposto al Salon di Pera del 1901 e poi riproposta in diverse altre esposizioni nel corso del Novecento.

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