Scipione Tadolini

Scipione Tadolini. Schiava greca (dettaglio). Tecnica: Marmo
Schiava greca (dettaglio). Tecnica: Marmo

Biografia

Scipione Tadolini (1822-1893), figlio dello scultore Adamo Tadolini (1788-1868), viene avviato sin da giovane alla pratica della scultura. A cominciare dagli esordi, il giovane mostra uno spiccato sentimento estetico, erede della sensibilità neoclassica del padre, collaboratore di Antonio Canova (1757-1822).

Le prime opere, levigati nudi di divinità o di personaggi della mitologia, molto legati al linguaggio canoviano, lo rendono subito noto agli occhi della critica. Ben presto, i suoi principali collezionisti sono da rintracciare tra gli americani e gli inglesi, attratti dalla capacità di Scipione Tadolini di coniugare il bello ideale del neoclassicismo a tematiche e pose ben più connesse alla nuova sensibilità romantica.

Lo studio in via del Babuino

Durante la sua carriera, Scipione Tadolini non si occupa soltanto di committenze private, ma anche di incarichi pubblici. È autore infatti di numerose opere monumentali conservate non solo a Roma, ma anche in America Latina e negli Stati Uniti. Tiene il suo studio proprio dove lo aveva suo padre, in via del Babuino 150, oggi chiamato Atelier Canova Tadolini.

Lo studio è poi passato al figlio di Scipione Tadolini, Giulio, anch’egli scultore, erede della maestosità paterna e altrettanto famoso e richiesto all’estero, soprattutto per la sua produzione orientalista.

Lo studio di via del Babuino viene visitato da Pio IX, quando Scipione Tadolini sta ultimando una statua di San Michele per il collezionista Gardner a Boston. Ma è testimoniata anche la visita della Regina Margherita.

Si tratta di un atelier che per diverse generazioni ha rappresentato la famiglia degli scultori Tadolini, dal nonno Adamo, ai figli Scipione e Tito (1828-1910) al nipote Giulio e al bisnipote Enrico (1888-1967).

Nel corso degli anni, Scipione Tadolini ottiene numerosi riconoscimenti e medaglie, fino a quando viene insignito della Corona d’Italia. Muore a Roma nel 1893 a settantuno anni.

Scipione Tadolini: tra Neoclassicismo e Romanticismo

È naturale che Scipione Tadolini abbia ereditato l’adesione al classicismo dal padre Adamo. Assistente e massimo collaboratore di Antonio Canova e forse unico suo vero erede, Adamo compra lo studio in via del Babuino nel 1818. È proprio in questo atelier, pieno di gessi e statue finite che cresce il piccolo Scipione Tadolini, avviato alla scultura sin dalla tenera età.

Respirando tutti i giorni l’atmosfera e lo stile classico del padre, quello delle statue levigate, dalla superficie vibrante come l’epidermide umana, Scipione Tadolini inizia a scolpire proprio nel solco del Neoclassicismo canoviano.

La prima opera conosciuta dell’artista risale al 1841, quando non ancora ventenne, realizza la Ninfa inghirlandata da Amore, oggi in collezione privata inglese. Subito dopo, esegue la Ninfa pescatrice, statua che lo rende famoso al pubblico.

Ben presto l’abilità di Scipione Tadolini giunge non solo ai collezionisti italiani, ma anche e soprattutto a quelli americani e inglesi, che gli procurano una lunga serie di incarichi.

Ciò che risalta subito agli occhi è un’evidente attenzione al rispetto delle proporzioni e dell’equilibrio classici, come classica è la scelta dei temi, tratti dalla mitologia greco romana. Ma tutto ciò risulta sapientemente coniugato ad un rinnovamento stilistico di carattere romantico, visibile nel sottile pathos che emerge dagli sguardi e dalle pose delle statue.

Tra ninfe, figure mitologiche ed opere monumentali

Dopo queste prime prove eccellenti, Scipione Tadolini continua a migliorare la qualità del modellato, con uno studio assiduo e profondo della statuaria classica e neoclassica. Poco tempo dedica alla vita privata e molto alle commissioni, e in questo può essere facilmente assimilato alla figura di Canova.

Opere importantissime degli anni Settanta sono Eva e La Schiava, replicate in molte varianti per i numerosi acquirenti esteri. Una Eva si trova nell’orto botanico del Kibble Palace di Glasgow, il modello in gesso, Eva dopo il peccato, si torva invece a Palazzo Braschi a Roma.

Realizza poi la statua di Santa Lucia per la Chiesa di Santa Lucia del Gonfalone a Roma, la Statua equestre di Bolivar per una piazza di Lima e il Busto di Vittorio Emanuele. Sensibilissimo questo, al dato reale, è oggi conservato nel Senato. Schiava greca, Cerere e Bacco, Odalisca risalgono agli anni Ottanta, proprio come la statua di San Michele che sconfigge Satana per il collezionista Gardner di Boston.

Si tratta di soggetti tipicamente romantici, soprattutto la Schiava greca, simbolo di cattività e di ribellione, animata da un senso di realtà unito però alla più classica delle statue di Venere, in posizione chiastica e con un drappeggio laterale.

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