Gennaro Villani

Gennaro Villani. Porticciolo con Pescatori. Tecnica: Olio su Tavola. Firmato in basso a destra "G. Villani".
Porticciolo con Pescatori. Tecnica: Olio su Tavola. Firmato in basso a destra "G. Villani".

Biografia

Gennaro Villani (Napoli, 1885 – Milano, 1948) studia dal 1901 al 1907 all’Accademia di Belle Arti di Napoli seguendo i corsi di Michele Cammarano (1835-1920). È inevitabilmente introdotto al sincero naturalismo partenopeo insieme ai compagni di corso Edgardo Curcio (1881-1923) ed Eugenio Viti (1881-1952).

Questi tre artisti rappresentano in un certo senso il rinnovamento della pittura napoletana di inizio Novecento, rendendola finalmente permeabile alle novità europee. Secessioni, pittura Fauves e post impressionismo attraggono magicamente questi pittori che saranno protagonisti della Secessione dei 23.

Gennaro Villani è incluso nella ventata di cambiamento, figurando tra quei 23 che nel 1909 si fanno promotori dell’Esposizione Giovanile d’Arte. Una mostra anti ufficiale e soprattutto lontana dai dettami accademici o commerciali. Diventa un paesaggista affermato, rinnovando le istanze della Scuola di Resina.

Parte dagli stessi paesaggi colti dal vero, ma li rende dinamici, moderni, aggiornati alle istanze europee. Trae spunto dal tormento di Antonio Mancini (1852-1930), anche nell’interesse verso i soggetti umili, e dal colore di Cammarano.
Dal 1912 al 1914 vive a Parigi, avvicinandosi sempre di più alle istanze del paesaggio post impressionista e vivendo il momento più fertile della sua produzione.

Partecipa a molte esposizioni italiane ed internazionali: a Roma nel 1911, alle Biennali di Venezia dal 1910 al 1926, a Firenze dal 1906 al 1910, a Monaco nel 1909 e 1913, a Parigi nel 1914, a Santiago del Cile nel 1910, a San Francisco nel 1925.

Svolge inoltre l’attività di insegnante di pittura all’Accademia di Belle Arti di Lucca e successivamente di Napoli. Continua a dipingere intensamente fino agli anni Quaranta. Muore a Milano nel 1948.

Gennaro Villani. Gli esordi nel solco di Cammarano

Allievo di Cammarano in Accademia, Gennaro Villani inizialmente segue il suo realismo schietto e pulito. I paesaggi risultano costruiti attraverso un attento chiaroscuro e una diretta impressione del vero.

Nel 1904, ancora da studente, partecipa alla Promotrice Salvator Rosa con Ritorno dal pascolo, In perlustrazione e Interno rustico. Continua sulla scia del maestro e della tradizione napoletana del colore e del realismo, almeno per altri quattro anni.

All’esposizione del 1906 presenta un bel gruppo di paesaggi da vero: La marina piccola di Capri, Tramonto a Posillipo, Dicembre, Presso Sorrento. Essi sembrano ricalcare in chiave più moderna i temi della Scuola di Posillipo.

Il legame con la tradizione partenopea continua anche nel 1907, quando Gennaro Villani partecipa al concorso per il Pensionato Artistico Nazionale con un tema legato alla questione sociale. Minatore ferito segue perfettamente la lezione di Cammarano, forse ultima espressione di questa fase artistica di Villani.
Da questo momento in poi infatti sente il bisogno di allontanarsi dalla consuetudine chiaroscurale, netta e realista, per avvicinarsi alle vicissitudini artistiche d’oltralpe.

Parigi: l’incontro con in post-impressionismo e i Fauves

Già nel 1909 Gennaro Villani compie un primo breve soggiorno a Parigi per esporre al Salon D’Automne. Nello stesso anno a Napoli è tra i promotori dell’Esposizione Giovanile d’Arte, che segna un chiaro allontanamento dalla pittura accademica.

Ma la vera e propria svolta per l’artista avviene nel 1912, quando si trasferisce per due anni a Parigi. La produzione di questi anni è intensa e apprezzata: riceve diverse medaglie e gli viene dedicata una personale presso la Galerie Danton.

A Parigi entra in contatto con la foga coloristica del post-impressionismo e dei Fauves, ma viene attratto anche dalle Secessioni di area tedesca.
Nel 1912 a Venezia invia due dipinti che segnano l’inizio di questo cambiamento, Alba lunare e Barca. Mentre a Napoli l’anno successivo espone Amalfi vista dal mare e Santa Lucia.

In queste prove il colore appare libero dai condizionamenti della tradizione. La stesura è veloce, dettata dall’espressione interna dell’autore.
Così, anche in Boulevard con la neve, Sulla Senna, Nuvolette primaverili. In questi anni si specializza sia nell’impiego dell’olio che del pastello, facendosi interprete di una pittura consistente e ricca di ricerche cromatiche.

Tornato a Napoli continua su questa strada: nel 1920 a Napoli espone Veliero, A Posillipo, Buoi a lavoro, Sera nel porto e Contadina di Taurano. I soggetti sono quelli della tradizione verista, ma lo stile è modernissimo. Alla Biennale di Venezia del 1924 presenta Temporale a mare e In Attesa.

Le ricerche plastiche degli anni Trenta

Durante gli anni di Regime Gennaro Villani abbandona per un periodo la sua ricerca coloristica “espressionista” per tornare allo studio dei volumi. Sono protagonisti di questa fase una serie di ritratti o composizioni di figure in cui la resa plastica dei corpi diviene centrale.

Si può notare in dipinti come Maternità, Pittore al mare, Nudo di Elisa, A casa dell’artista. Ritorna alla sua tradizionale impronta solo negli anni Quaranta, con dipinti come Nomadi, Le quattro giornate di Napoli, Natura morta di mare.

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