Filippo De Pisis a Palazzo Altemps

Palazzo Altemps, Roma

Fino al 20 settembre 2020

Filippo de Pisis (Ferrara 1896 – Milano 1956), autore geniale ed eclettico, studioso instancabile ed artista a tutto tondo, inizia prevalentemente come scrittore nella sua Ferrara, per poi avvicinarsi all’arte piano piano, attraverso varie esperienze ed incontri.

Inizialmente è molto vicino alla poetica Dada, come dimostrano gli scambi epistolari con Guillaume Apollinaire (1880-1918) e Tristan Tzara (1896-1963). Ma in seguito, dopo la conoscenza dei fratelli De Chirico e di Carlo Carrà (1881-1966) si avvicina alla Metafisica e poi, si fa interprete di una pittura del tutto personale, al di fuori di qualsiasi programma o schema, fatta di una sensibilità alla luce e all’atmosfera di grande impatto lirico.

La Ferrara degli anni Dieci è il luogo che permette l’inizio di tutto: prima attraverso lo studio dei maestri del Rinascimento, poi attraverso l’incontro con i suoi amici metafisici. Ma il passaggio a Roma e poi soprattutto a Parigi sono le tappe che conducono Filippo De Pisis alla creazione di quella poetica che lo contraddistinguerà per molti anni.

Un artista eclettico e profondo

Attraverso un approccio di matrice impressionista, con un disegno veloce e delicato ed un colore steso con spinta emotiva quasi espressionista, l’artista si muove comunque sempre verso il confronto con il passato.

Non solo con l’ultimo Tiziano dal cromatismo sfaldato che quasi fa emergere la trama della tela, ma anche con l’arte antica greca e romana e con quell’idea di frammento che popola tutta la sua produzione.

L’incontro con Armando Spadini (1883-1925) a Roma lo indirizza verso la pittura del Seicento, ma anche e soprattutto verso lo studio dell’Impressionismo francese, che approfondirà proprio con il suo trasferimento a Parigi dal 1925 al 1939.

Parigi diviene il luogo del cuore di Filippo De Pisis, stimolante non solo dal punto di vista pittorico, ma anche da quello letterario, riaccendendo in lui una passiona mai sopita, quella della scrittura e della critica.

In questi anni ricchi di sperimentazione, l’artista raggiunge la sua maturazione: ogni frangente della vita lo incuriosisce e passa attraverso la rappresentazione su tela delle sue impressioni fugaci della realtà: nature morte di fiori, di frutta, di soggetti marini, ma anche ritratti soprattutto maschili, interni gioiosi, piccoli racconti di un universo affascinante e personale.

Ormai, le composizioni astratte e metafisiche dei primi anni sono scomparse in favore della scelta di un tratto rapido e delicato, in cui il disegno è molto importante.

La mostra: oli, acquarelli e opere grafiche

Come già successo per altri autori come Medardo Rosso (1858-1928), lo splendido ambiente di Palazzo Altemps ospita la mostra di un artista del Novecento. Nel caso di Filippo De Pisis il confronto è naturale, data la sua predilezione per i pezzi antichi, come dimostrano alcune opere come Le cipolle di Socrate, L’archeologo, Il piede romano.

Nel percorso della mostra non sono presenti soltanto oli, in totale ventisei, ma anche numerosi acquarelli e opere grafiche, che ci fanno scoprire un lato sperimentale e fondamentale dell’artista ferrarese.

La tappa di Palazzo Altemps è la seconda, dopo quella del Museo del Novecento di Milano, in cui si presentava una vasta retrospettiva del pittore. Pier Giovanni Castagnoli, con Alessandra Capodiferro, responsabile del Museo di Palazzo Altemps, hanno curato l’esposizione.

Il Museo Nazionale Romano si è avvalso della collaborazione con il Polo Museale di Milano arte moderna e contemporanea e della produzione di Electa, con il sostegno dell’Associazione Filippo de Pisis.

Come accennato, il disegno occupa un posto fondamentale nella mostra romana: accanto alle statue della collezione del Museo, con dee, dei, eroi, personaggi della mitologia, condottieri ed imperatori, compaiono ventotto tra disegni su carta e acquerelli di Filippo De Pisis.

I suoi soggetti prediletti sono, tra gli altri, i nudi maschili e le teste di giovinetti, ma anche frammenti di statue antiche e paesaggi ideali della fase metafisica. Il tutto, contraddistinto dal suo consueto tratto veloce e abbreviato, che sempre di più verso gli anni Quaranta si fa più aperto e raro, lasciando intravedere il bianco del supporto.

Orari:

martedì/venerdì: 14.00-19.45 (ultimo ingresso ore 19.00); sabato e la domenica: 10.30-19.45 (ultimo ingresso ore 19.00). Chiuso il lunedì

Biglietti:

acquistabili unicamente online www.coopculture.it e tramite call center 0639967701

intero 10 €; 2 € per i cittadini dell’Unione Europea di età compresa tra i 18 e i 25 anni. Gratuità secondo la normativa vigente

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