Giuseppe Vizzotto Alberti

Giuseppe Vizzotto Alberti. Pescatore in Laguna (dettaglio). Tecnica: Olio su Tela
Pescatore in Laguna (dettaglio). Tecnica: Olio su Tela

Biografia

Giuseppe Vizzotto Alberti (Oderzo, 1862 – Venezia, 1931) si forma inizialmente sotto l’ala del padre, decoratore di interni, molto apprezzato in area veneta. Dal 1880 si iscrive all’Accademia di Venezia e vi rimane molto probabilmente fino al 1886, ricevendo anche numerosi riconoscimenti.

Sulla scia del padre, diventa uno stimato decoratore, ma a questa attività accompagna quella della pittura di paesaggio, mostrando di possedere una buona tecnica disegnativa e coloristica. Alle vedute veneziane accompagna anche realistiche scene della quotidianità lagunare o contadina, ma anche scene in costume della Venezia settecentesca.

Giuseppe Vizzotto Alberti è abilissimo sia nell’utilizzo dell’olio che in quello dell’acquarello, senza tralasciare le sue ottime doti nell’affresco. Per queste qualità, viene molto apprezzato dalla critica del tempo e diverse sue opere sono conservate presso la Galleria Nazionale di Roma.

Conosciutissimo per le numerose decorazioni ad affresco di diversi edifici veneziani, ma anche siciliani e romani, viene nominato membro di diverse commissioni giudicatrici. Entra a far parte anche della commissione di vigilanza della Basilica di San Marco. Muore a Venezia nel 1931.

La decorazione di interni

Giuseppe Vizzotto Alberti nasce, sulle orme del padre, come frescante e decoratore di interni. All’inizio degli anni Novanta dell’Ottocento si occupa della decorazione della Torre di San Martino, vicino Desenzano del Garda. Il monumento celebra le battaglie risorgimentali, e in particolare quella di Solferino e San Martino, fino alla Breccia di Porta Pia.

Per questa committenza Giuseppe Vizzotto Alberti sceglie la tecnica ad encausto. Esegue Scontro a Santa Maria Capua Vetere nei pressi dell’Arco di Adriano (19 settembre 1860), Garibaldi al Volturno e La breccia di Porta Pia.

Si dedica poi alle decorazioni nella sala del Consiglio Provinciale di Venezia. Insieme alla collaborazione di Vincenzo De Stefani (1859-1937), sul soffitto raffigura Venezia protettrice delle Arti, delle Industrie, dell’Agricoltura, delle Scienze.

Nei tondi appaiono La terra e il mare e La Sapienza e la Giustizia, mentre sulle pareti Il Doge Giovanni Mocenigo partecipa nel 1840 alla processione per l’Ascensione. L’artista riceve poi diverse committenze private per la decorazione di ville siciliane, veneziane, romane e francesi.

Giuseppe Vizzotto Alberti. Scene di genere e paesaggi veneziani

Si dedica anche alla pittura di paesaggio, non dimenticando la lezione di Pietro Fragiacomo (1856-1922). Di lui assorbe soprattutto l’uso di delicati toni perlacei che digradano dal grigio all’azzurro. Le scene lagunari di Giuseppe Vizzotto Alberti sono sempre pervase da una tranquillità che caratterizza anche i personaggi che le popolano.

Partecipa alla Prima Biennale di Venezia del 1895, presentando Sotto la pioggia, acquistato da re Umberto I e poi donato alla Galleria Nazionale di Roma. Paesaggi simili, pervasi da un’intensa notazione lirica sono La sera del 1897, Sole di meriggio e Acque morte del 1898, Una notte d’autunno del 1905 e Scirocco in laguna del 1920.

Pescatori, contadinelle, bambini che giocano a riva, lavandaie sono i protagonisti di variopinte scene di genere della Venezia contemporanea o settecentesca.

Ne sono esempi Trepidazione, primo dipinto esposto a Torino nel 1889, Pescatori in laguna del 1892, Donna dei campi, presentata alla Biennale del 1899, ma anche il famoso Cardo selvatico oggi appartenente alla Galleria Nazionale di Roma.
Sono state esposte alle Biennali veneziane anche Sirene e procellarie (1907) e il Ritratto del pianista Tagliapietra (1914).

Diverse sono le scene di genere in costume settecentesco: Una raffica a Venezia nel Settecento, esposto a Roma nel 1903, La presentazione del decoratore, Chiacchiere fuori dalla chiesa, Venezia, scena di costume lungo la riva.

In queste opere, spesso realizzate ad acquarello, la tavolozza è estremamente vivace e luminosa, più variegata di quella usata nei dipinti di paesaggio.
Una delicata aria di festa pervade sia le scene in costume che quelle popolari di fine Ottocento.

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