Alessandro Morani

Alessandro Morani. Romanza, Illustrazione di Isaotta Guttadauro 1886
Romanza, Illustrazione di Isaotta Guttadauro di D’Annunzio, 1886. Tecnica: Disegno su Carta

Quotazioni Alessandro Morani

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Biografia

Alessandro Morani (Roma, 1859 – 1941) ha come primo maestro suo padre e solo dopo la sua morte inizia a frequentare lo studio dello scultore Giovani Battista Lombardi (1822-1880). Dal 1877 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Roma dove stringe amicizia con Giulio Aristide Sartorio (1860-1932) e Alfredo Ricci (1864-1889).

Dopo essersi avvicinato alla Scuola Etrusca di Nino Costa (1826-1903) entra a far parte nel 1886 di In Arte Libertas. Negli anni Novanta dell’Ottocento diviene membro dell’Accademia di San Luca. Si avvicina al clima culturale creatosi al Caffè Greco attorno alla figura di Gabriele D’Annunzio.

Nel 1897 sposa Lilì Helbig, figlia di un archeologo tedesco e anch’essa pittrice e animatrice del salotto culturale nato in casa sua attorno all’influente figura della madre, la principessa russa Nadina Schahowskoy.

Dal 1894 al 1902 insegna al Museo Artistico Industriale di Roma. Diventa una delle voci più affermate nel campo delle arti applicate. Diffonde le teorie di Arts and Crafts e dunque di William Morris (1834-1896).

Ha come allievi Marcello Piacentini (1881-1960), Duilio Cambellotti (1876-1960) e Adolfo De Carolis (1874-1928). Con quest’ultimo avvia un importante sodalizio artistico che lo porta a decorare insieme a lui molti edifici romani in stile Liberty.

Ai primi del Novecento si trasferisce ad Arsoli dove ritorna all’iniziale pittura di paesaggio dal vero. Dal 1908 al 1922 si sposta a Palermo per insegnare alla Reale Scuola d’Arte applicata all’Industria.
Dal 1922 al 1929 continua a svolgere l’attività di insegnante di arti applicate a Napoli. Negli anni Trenta si trasferisce in Libia, lavorando come pittore di paesaggio, fino alla morte che lo coglie nel 1941.

Pittura di paesaggio

Quando all’Istituto di Belle Arti di Roma conosce Sartorio e Ricci, con loro si reca nei dintorni della Capitale per ritrarre dal vero i paesaggi della campagna, sotto l’attento occhio della loro guida Alessandro Castelli (1809-1902), molto amico del padre di Alessandro Morani.

In questo periodo di intensi contatti con la pittura di paesaggio di Castelli, realizza una serie di vedute tra cui quella di un fiumiciattolo nella campagna di Olevano Romano. Si tratta di paesaggi intessuti di una preponderante valenza simbolista ed evocativa, seppur ancora molto attenti alla resa realistica del dato naturale.
Nel 1883 partecipa all’Esposizione Nazionale di Roma con il dipinto Spes ultima, vale, molto vicino alla simile prova dell’amico Giuseppe Raggio (1823-1916) La malaria.

 La vicinanza alla Scuola Etrusca

Dal 1883 al 1886 Alessandro Morani si avvicina alla Scuola Etrusca, cenacolo di artisti raccolti attorno alla figura di Nino Costa. Non ne entra a far parte ufficialmente, ma ne condivide gli intenti.

La Scuola intendeva portare a termine un nuovo discorso sul paesaggio, affinché questo si allontanasse sia dalle derivazioni fortuniane, sia da quelle accademiche. Significava affiancare la resa realistica del dato naturale ad un sentimento quasi romantico del paesaggio. Questo ne risultava intessuto di simbolismi e ricco di atmosfere ideali e filosofiche.

Sono di questo periodo una serie di dipinti realizzati nel suo studio di via del Grillo 33, molto legati alla poetica diffusa da Nino Costa: Nel bosco, Faggi, In montagna, Monte Autore tutti mandati nel 1885 all’Esposizione della Società degli Amatori e Cultori di Belle Arti.

In Arte Libertas

Poco tempo dopo, nel 1886 partecipa insieme al suo amico Alfredo Ricci all’esposizione in via San Nicola da Tolentino che di lì a poco darà vita a In Arte Libertas. È uno dei principali protagonisti della società, tanto che per un certo periodo ne è segretario e poi firmatario dello statuto nel 1890.

Grazie ai contatti del gruppo con l’arte europea ed in particolare con i rappresentanti della pittura preraffaellita, Morani si avvicina molto all’idea inglese dell’importanza del dato naturale nell’arte decorativa e comincia a farsi promotore delle teorie di Arts and Crafts legate a John Ruskin (1819-1900) e a William Morris.

In questo clima di innovazione e di allontanamento dalla tradizione, Alessandro Morani si avvicina al “Doctor Misticus”, lo scienziato filosofo, al secolo Angelo Conti (1860-1930) che in quegli anni cercava di introdurre al Caffè Greco le teorie artistiche di Ruskin, di Schopenhauer e di Wagner.

Nel frattempo conosce anche D’Annunzio e per lui illustra l’edictio picta dell’Isaotta Guttadauro, insieme ad altri artisti come Mario De Maria (1852-1924), Enrico Coleman (1846-1911), Alfredo Ricci (1864-1889), Onorato Carlandi (1848-1939), Giuseppe Cellini (1855-1940) e altri. Alessandro Morani si dedica all’illustrazione di Diana Inerme e dell’Intermezzo Melico unendo sapientemente paesaggio e poesia in una atmosfera misteriosa ed evocativa tipica della sua poetica.
Per D’Annunzio pochi anni dopo illustra anche Le Vergini delle rocce e le scenografie teatrali di La Gioconda, La Gloria e La città morta.

Liberty: opere di Alessandro Morani

Illustrazione

Nel 1893 è tra i fondatori della rivista “L’Italia artistica e Industriale”. Il tema principale è quello delle arti applicate e sul modello di altri periodici europei ha come copertina il manifesto pittorico-decorativo di quello che la rivista stessa vuole esprimere.

È proprio Alessandro Morani che si occupa delle copertine e dell’illustrazione di articoli e componimenti letterari. Così avviene anche per la rivista “Il Convito”, fondata da Adolfo De Bosis (1863-1924) e di cui Morani è illustratore insieme ad altri artisti.

Per questa elabora nel 1895 il bellissimo e delicatissimo disegno Massimilla. Da questo traspare evidentemente l’influenza del quattrocentismo dell’arte preraffaellita inglese, ma anche dei disegni di Nino Costa.

Decorazioni d’interni

Nel 1900 Morani partecipa all’esposizione che celebra l’unione della Società degli Acquarellisti con quella degli Amatori e Cultori di Belle Arti. Presenta tra le altre opere La Storia e La Meccanica, due bassorilievi di ceramica che saranno poi utilizzati nella decorazione di Villa Blanc.

Per quest’ultimo lavoro (1895-1897) si avvale del sapiente aiuto di uno dei suoi allievi del corso di Disegno Applicato alla scuola del Museo Artistico Industriale di Roma, Adolfo De Carolis.

L’impianto decorativo era stato affidato all’archeologo e architetto, amico di Alessandro Morani e in contatto con l’arte inglese Giacomo Boni (1859-1925). Dalla collaborazione tra Morani, De Carolis e Boni erompe per la prima volta in Italia l’unione di architettura, decorazione e arti applicate che sfocia nel Liberty e in un revival delle tecniche di ornato antiche, come la ceramica invetriata.

Nel frattempo Alessandro Morani sempre insieme a De Carolis si occupa del restauro degli affreschi di Pinturicchio nell’appartamento Borgia in Vaticano. Mentre con Edoardo Gioia (1862-1937) si dedica alla decorazione di una sala in Palazzetto Zuccari e di Villa Manzi.

Decora la villa del fratello Fausto in Via Sicilia,di cui rimangono ancora gli arredi della biblioteca. Inizia una fase lavorativa nel campo del restauro di mosaici antichi e della realizzazione di diverse tombe. Si ispira ai sarcofagi bizantini, come quella per il pittore americano William Stanley Haseltine (1835-1900).
Il revival del tardoantico segna l’ultima fase di ricerca di Morani, prima del suo ritiro prima ad Arsoli, poi in Sicilia ed infine in Africa.

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