Lorenzo Delleani

Lorenzo Delleani. Pascolo in Montagna- Olio su Tavola, 30 x 45 cm. Firmato in basso a sinistra
Pascolo in Montagna. Tecnica: Olio su Tavola

Biografia

Lorenzo Delleani (Pollone 1840 – Torino 1908) si forma inizialmente a Saint-Jean-de-Maurienne. Prosegue poi gli studi presso l’Accademia Albertina di Torino, sotto la guida di Enrico Gamba (1831-1883), Carlo Arienti (1801-1873) e Andrea Gastaldi (1826-1889).

Esordisce nel 1855 alla Promotrice di Torino, facendosi conoscere principalmente come pittore di storia, in linea con il romanticismo accademico. Soltanto in un secondo momento si dedica ad opere dal gusto neo-settecentesco, molto gradite al mercato, per poi convertirsi, dopo il 1880, al paesaggio verista.

Desideroso di approfondire la pittura del passato, soprattutto quella del Seicento e del Settecento, all’inizio degli anni Settanta, soggiorna a Firenze e poi a Venezia.

Intorno agli anni Ottanta invece, quando già sta maturando il passaggio dalla pittura di storia a quella verista, Lorenzo Delleani compie un viaggio nell’Europa del Nord. Insieme al suo amico Giovanni Camerana, poeta scapigliato, si reca in Germania e in Olanda.

Qui comincia ad approfondire autori come Rembrandt, abbandonando gradualmente il tratto accademico, per crearne uno più personale.
Tiene nel frattempo un diario di viaggio naturalistico, con le impressioni immediate dei paesaggi che attraversa, dimostrando di essere approdato ormai al linguaggio verista.

Si guadagna così ancor di più il favore del pubblico, già ampiamente conquistato negli anni precedenti. Espone moltissimo fino agli ultimi anni: invia alla Biennale di Venezia del 1905 una quarantina di opere. Muore a Torino, nel 1908.

Gli inizi: la pittura di storia

Lorenzo Delleani esordisce alla Promotrice di Torino del 1855 con l’acquerello Testa di vecchio. Dopodiché comincia a dedicarsi ad una serie di opere di matrice romantica e di genere storico. Nel 1860, sempre alla Promotrice torinese si presenta con Episodio dell’assedio di Ancona.

Mentre dieci anni dopo, grazie all’Oliviero Cromwell, espulso il Lungo Parlamento, esce dal palazzo di White Hall, vince la medaglia d’argento a Parma. Sono questi gli anni quindi, in cui si afferma come pittore di storia, non troppo lontano dai precetti accademici dei suoi insegnanti Gamba e Gastaldi.

Lorenzo Delleani. La pittura di costume

Negli anni Settanta, a Venezia e a Firenze, si dedica da una serie di tele di piccole dimensioni che sviluppano una decisa attenzione al dettaglio. Si tratta di opere che aderiscono pienamente al gusto imperante diffuso dal mercante d’arte francese Adolphe Goupil. Lorenzo Delleani infatti, risulta tra gli artisti legati da vincolo lavorativo alla maison parigina.

Le opere di questo periodo sono cromaticamente vividissime, ricchissime di dettagli e ambientate nel glorioso Settecento veneziano. Da piemontese comunque, Delleani partecipa alla Promotrice di Torino del 1871 presentando Museo torinese di Storia naturale e Museo egizio, in cui già si nota la spiccata propensione per la ricerca del dettaglio.  

Nel 1874, durante un viaggio a Parigi, Lorenzo Delleani espone al Salon un tema squisitamente legato alla storia veneziana, Sebastiano Veniero che presenta al Doge i prigionieri della battaglia di Lepanto. Il dipinto viene poi riproposto a Brera nel 1876. Camillo Boito, nei commenti, lo vede come un’occasione per l’artista di dimostrare quanto sia in grado di reinterpretare il tonalismo veneto.

Il colorismo vivace e l’assoluta luminosità avvicinano tra l’altro il pittore al gusto per la pittura di costume promossa da Jean-Loius Ernest Meissonier e Goupil. Lo stesso discorso vale per Ritorno dal battesimo, quadro di genere del 1866, e Una festa sul Canal Grande del 1878.

Solamente fino all’inizio degli anni Ottanta, tratterà temi di genere, anche più indirizzati verso la pittura orientalista. Ne è un esempio Tappeti da vendere in cui si nota l’influenza del tratto virtuosistico di Mariano Fortuny (1838-1874), ma anche l’osservazione dell’esotismo di Domenico Morelli (1826-1901).

L’approdo al paesaggio verista

Gli anni Ottanta segnano per Lorenzo Delleani il definitivo passaggio dalla pittura storica e di costume a quella di paesaggio. Inevitabilmente, l’artista subisce l’influenza  di Antonio Fontanesi (1818-1882) che tanto aveva contribuito alla trasformazione della veduta piemontese, in seno al realismo. Risente del suo linguaggio in opere come Quies, presentata a Milano nel 1881 e In montibus sanctis del 1883.

Soprattutto durante il viaggio in Nordeuropa, impegnato nella composizione di piccole tavolette, una sorta di diario di viaggio, sperimenta la sua maturazione. Le impressioni generate dal cammino, dall’osservazione di luoghi così diversi dai nostri, vengono trattenute con sapienza cromatica, velocità e attenzione luministica.

È da questo momento in poi che l’artista si dedica pienamente al paesaggio: il verismo è alla base delle sue osservazioni. Una tavolozza brillante, pastosa e luminosa genera paesaggi come Collina di Superga, Il moloIl porto di Genova

Con tratto liberissimo, immediato e allo stesso tempo preciso, Lorenzo Delleani produce una gran quantità di studi dal vero in cui evidenzia instancabilmente la data, l’ora e il luogo in cui sono stati eseguiti.

Sulla scia di Fontanesi, le stagioni, le variazioni luminose e atmosferiche acquistano un’importanza fondamentale. Su questa cifra stilistica Lorenzo Delleani continua a sperimentarsi, esponendo assiduamente, fino alle soglie del Novecento.

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