Edoardo Gioja

Edoardo Gioja. Ritratto della Figlia (dettaglio). Tecnica: Sanguigna su Carta
Ritratto della Figlia (dettaglio). Tecnica: Sanguigna su Carta

Biografia

Edoardo Gioja (Roma, 1862 – Londra, 1937) si inserisce sin da giovane nel clima simbolista romano. In un primo momento partecipa all’associazione di Nino Costa (Roma, 1826-Marina di Pisa, 1903) In Arte Libertas. Successivamente aderisce al gusto della pittura Liberty.

Decorerà infatti diverse ville romane e il salone ovale del Padiglione delle Feste all’interno dell’Esposizione Internazionale di Roma. Dal 1901 al 1902 è a Londra e vi si trasferisce definitivamente nel 1919, quando dà vita ad uno studio di ritrattista. Muore a Londra nel 1937.

Formazione

Suo padre Belisario, pittore di ascendenza fortuniana, è il suo solo maestro. Il suo primo dipinto è Interno di antiquario del 1878, realizzato con l’aiuto del padre. All’inizio della sua attività artistica Edoardo Gioja si dedica a paesaggi e marine presentati in diverse esposizioni italiane.
Dagli anni Novanta in poi, invece, si interessa anche a soggetti storici, difatti all’Esposizione degli Amatori e Cultori del 1890, partecipa con I crociati.

In Arte Libertas

Edoardo Gioja aderisce molto presto al clima simbolista che si era formato a Roma attorno alla figura di Nino Costa. Nel 1891 entra a far parte dell’associazione creata da quest’ultimo, In Arte Libertas. Nel 1889 lo iscrive sulla tela del Ritratto della moglie Eugenia Vazio, un dipinto in cui la donna, inquadrata di spalle, si gira delicatamente verso il pittore che la sta ritraendo.

I tratti idealizzati, la veste antica, la scelta di ambientare il ritratto in un idilliaco boschetto sono tutti elementi che conducono ad una scelta di matrice simbolica e ad un dichiarato ritorno all’antico, in questo caso forse a Tiziano.

All’esposizione di In Arte Libertas del 1892 presenta un paesaggio, Soratte e un dipinto di genere, legato al lavoro dei campi, Agricola incurvo terram molitus aratro. È evidente che Edoardo Gioja utilizza spesso la fotografia per aiutarsi nella realizzazione dei suoi dipinti.

Un esempio è il quadro In Anzio, presentato all’Esposizione di Belle Arti di Roma del 1893. Ad Anzio farà riferimento anche in altre opere, rappresentando una natura burrascosa e misteriosa, ma contemporaneamente incastonata in una dimensione quasi atemporale, molto vicina alla natura böckliniana.

Gioja Edoardo. Le Opere

Dalla seconda metà degli anni Novanta Edoardo Gioja si dedica all’attività di ritrattista. Sulla tela rappresenta diverse nobildonne e principesse o esponenti della borghesia romana (Signora Morani Guccioli con il figlio e Duchessa di Norfolk).

Dal 1897 partecipa a diverse esposizioni a Venezia. Dall’inizio del Novecento si dedica alla progettazione dell’arredamento e della decorazione della sala da pranzo di Villa Manzi a Roma.

Dopo solo un anno è incaricato da Henrietta Hertz di decorare la volta di un salone di Palazzetto Zuccari, l’attuale biblioteca Hertziana. Negli stessi anni, fino al 1910, è incaricato di occuparsi prima del villino Spalletti a Roma, in particolare dell’arredamento e della ringhiera di ferro battuto dello scalone, e poi del villino Ravà delle Rose sul lungotevere.

Edoardo Gioja e la pittura Liberty

Tutte le decorazioni di Edoardo Gioja sono testimoniate anche da foto scattate dall’artista stesso e contenute nell’archivio fotografico conservato dal 1998 all’Istituto centrale per il catalogo e la documentazione di Roma.

Circa trecento foto mostrano l’evidente legame di Gioja con il clima Liberty e simbolista diffuso da In Arte Libertas. Stucchi con putti decorativi, temi allegorici e rimembranze rinascimentali caratterizzano la sua poetica condivisa dall’amico Adolfo De Carolis (1874-1928) e da Luigi Galli (1822-1900).

Nel frattempo, all’Esposizione della Società del 1900, presenta i tondi con le allegorie delle Stagioni, dipinti estremamente delicati e leggiadri e di ascendenza preraffaellita, in cui donne dal seno scoperto sono accompagnate dai simboli delle diverse stagioni.

Nel 1901 Edoardo Gioja fa il suo primo viaggio a Londra, dove si inoltra nello studio dei ritrattisti inglesi e dove crea una serie di legami.
Tornato a Roma, fonda il gruppo I XXV della Campagna romana che poi andrà sotto la guida di Enrico Coleman (Roma, 1846-1911).

Le opere celebrativo-patriottiche

Nel 1911 per le celebrazioni dei cinquant’anni dall’Unità d’Italia Edoardo Gioja si occupa dell’allestimento del salone ovale del Padiglione delle Feste all’interno dell’Esposizione Internazionale di Roma, organizzando un fregio con L’Italia vittoriosa con la forza e l’intelligenza.

Le foto dell’archivio mostrano inoltre moltissimi ritratti di animali domestici e non, il che testimonia le fasi preparatorie dell’illustrazione di un libretto per l’infanzia intitolato A voi bimbi, con storie di animali.

Nel 1913 si addentra nuovamente nell’elaborazione di un tema celebrativo-patriottico, affrescando il soffitto della sala da ballo dell’ambasciata viennese a Roma, con Il trionfo dell’Italia, in cui l’allegoria dell’Italia è affiancata da vittorie alate.

Nel 1919 si trasferisce definitivamente a Londra, dove organizza il suo studio di ritrattista, esponendo anche in questa città nel 1925. L’anno successivo invia alla Biennale di Venezia il ritratto della figlia, chiamato Ritratto della signorina Armida.

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