Macchiaioli al Forte di Bard

I Macchiaioli. Giovanni Fattori. Reclute sul Mare. Tecnica: Olio su tela. Enrico Gallerie d'Arte
Reclute sul Mare. Tecnica: Olio su tela. Enrico Gallerie d'Arte

Bard, Forte

Fino al 6 giugno 2021

Il 2021, per il Forte di Bard in Valle d’Aosta, inizia con una mostra dedicata ai Macchiaioli. Macchiaioli. Una rivoluzione en plein air, curata da Simona Bartolena, offre l’opportunità ai visitatori della Valle D’Aosta di vivere, attraverso un percorso di ottanta opere, una delle più vivide stagioni dell’arte toscana ed italiana nell’era moderna.

L’esposizione segue un percorso filologico e cronologico attraverso il fil rouge della pittura en plein air, come sottolinea il titolo, a partire dalle prime sperimentazioni dal vero in Toscana, con Scuola di Staggia.

Seguendo le tendenze realiste della Scuola di Posillipo, portate a Firenze da Saverio Altamura (1826-1897), fuggito da Napoli dopo i moti del 1848, nasce il gruppo di Staggia, che segue anche l’impostazione verista della Scuola di Barbizon in Francia.

Nelle campagne senesi, alcuni pittori, come Serafino De Tivoli (1826-1892), le cui opere sono presenti in mostra, iniziano a dipingere con estrema scioltezza e libertà, dal vero, ponendo le basi del movimento macchiaiolo, soprattutto veicolando quella particolare attenzione alle variazioni di luce e quell’allontanamento dal paesaggio accademico e classico, in favore di una maggiore sensibilità atmosferica, cromatica e personale.

I macchiaioli: dal Caffè Michelangelo al Forte di Bard

Questa rivoluzione verista parte da Parigi, si incontra con Napoli e Siena e finisce a Firenze, al Caffè Michelangelo, nucleo di nascita del movimento dei Macchiaioli. Il vero, la luce, l’impressione immediata e l’intima quotidianità sono i punti focali che portano avanti gli artisti che frequentano il Caffè.

Tra gli altri abbiamo, Giovanni Fattori (1825-1908), Telemaco Signorini (1881-1883), Raffaello Sernesi (1838-1866), Vincenzo Cabianca (1827-1902), Odoardo Borrani (1833-1905), Silvestro Lega (1826-1895), Giuseppe Abbati (1836-1868), Cristiano Banti (1824-1904).

Questo, il nucleo principale di pittori che hanno rivoluzionato la pittura italiana, trasportandola dall’accademismo al verismo, declinato in diverse forme e misure: si va dall’andamento più secco e sincero di Fattori a sensazioni più intimiste e liriche di Lega e della cosiddetta Scuola di Piagentina.

Il naturalismo di macchia

In ogni caso, una luce modulata su toni caldi e un colore basato sull’esperienza della realtà costituiscono il fulcro del naturalismo di macchia, non soltanto nei dipinti di paesaggio, ma anche nei delicati interni o nelle scene che celebrano le Guerre di indipendenza.

La nascita del movimento macchiaiolo, infatti, va di pari passo con la conclusione delle campagne risorgimentali, cui molti artisti partecipano con convinzione e che avevano visto le prime luci ancora nel Romanticismo, che aveva accompagnato sin da subito il processo di unificazione del Paese.
In mostra, si possono ammirare paesaggi e scene, ma anche diverse testimonianze di carattere storico, in alcuni dipinti come le Reclute sul mare e La lettera al campo di Fattori.

Orari

Dal martedì alla domenica 10.00/18.00. Chiuso al lunedì

Biglietti

Intero: 10,00 €; Ridotto (ragazzi 6-18 anni e over 65): 8,00 €; Scuole: 5,00 €

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